Pubblicato il: 10/02/2017 alle 18:46
Una diciassettenne di Squinzano, in provincia di Lecce, ha prima partorito in casa, poi messo il feto in un sacchetto, nascondendolo in un armadio-ripostiglio della sua abitazione. Quindi è andata in ospedale a Copertino per farsi curare a causa di alcune emorragie e lesioni riportate durante il parto. Sul corpicino sarà eseguita l'autopsia come disposto dal pm della Procura della Repubblica di Lecce.
Sulla vicenda indagano i carabinieri avvisati dai sanitari dell'Ospedale che hanno accertato che il parto era avvenuto poco prima, in ambiente domestico, senza garanzie e assistenza medica. La giovane, che ha comunque completato la 35esima settimana di gestazione, vive in un ambiente sociale, economico e familiare particolarmente degradato. L'autopsia dovrebbe contribuire a comprendere se il feto è nato vivo oppure se era già morto.
In quest'ultimo caso potrebbe configurarsi per la giovane il reato di occultamento di cadavere, anche se potrebbe essersi trattato di un abbandono solo momentaneo. Se fosse accertato che era vivo si aprirebbero altri scenari al momento solo ipotetici. E' stata la stessa giovane a indicare dove si trovava il feto e a consentire ai carabinieri di individuarlo.
(Adnkronos.it)