Pubblicato il: 23/11/2015 alle 09:59
“Il taglio delle tasse è sempre stato il nostro tratto distintivo, e anche questa legge di stabilità con la cancellazione della Tasi, dell'Imu agricola prosegue il percorso che abbiamo avviato in questi anni. Ma non basta, bisogna fare di più. Dobbiamo lanciare un forte segnale entro la fine della legislatura”. E' quanto ha dichiarato il deputato nazionale Alessandro Pagano.
“Ieri il direttore del Dipartimento Finanze del Mef, Lapecorella, ha comunicato che in dieci anni il peso complessivo del fisco per le imprese è calato di 12 punti, dal 76,8% del 2004 al 64,8% del 2014. Ma il quadro non cambia di molto: personalmente – sottolinea Pagano – sempre di persecuzione fiscale si tratta.
Sicuramente le misure messe in campo da questo Governo incideranno ancora di più per un ulteriore calo. Ma due dati oggettivi vanno considerati: nel 2004 l'evasione fiscale era ancora forte, oggi con la digitalizzazione e i nuovi strumenti di controllo varati dai vari governi evadere è quasi impossibile.
Inoltre il 65% di pressione fiscale con questa economia, soprattutto al Sud dove rasenta la depressione, significa fallimento delle imprese”.
“Le nostre micro e pmi non possono essere competitive con altri Paesi con queste tasse. Serve quindi – aggiunge Pagano – che la pressione fiscale scenda sotto il 40%. Renzi provi ad immaginare 25 punti percentuali che, anziché essere ‘bruciati' dallo Stato italiano per i ‘parassiti' della PA, rimangono in tasca alle pmi per alimentare investimenti, consumi e risparmio. Il PIL risalirebbe ai ritmi degli anni '60. Il premier ha un solo nemico che gli impedisce di arrivare a questi risultati: la sua sinistra. Ma ha un grande alleato: i cittadini, ovvero il Paese reale”.