Pubblicato il: 15/05/2019 alle 09:17
"Eravamo lì per mediare. Quando FI ha proposto il suo nome per Caltanissetta (Michele Giarratana ndr) abbiamo detto che non avrebbe funzionato. Gli abbiamo chiesto di indicare un altro nome, poi abbiamo proposto le primarie, ma hanno detto no. Allora fatevi la vostra strada e vediamo chi ha ragione. Non ci andiamo a suicidare per colpa vostra. E avevamo ragione noi". Così il deputato della Lega Alessandro Pagano torna sul risultato dei ballottaggi in Sicilia e sull'ipotesi, una certezza per il commissario azzurro nell'isola Gianfranco Miccichè, di un accordo politico Lega-M5S. "Non c'è stato alcun accordo – ribadisce l'esponente del Carroccio – Miccichè può dire quello che vuole e ognuno è libero di crederci ma noi abbiamo lasciato liberi i nostri elettori. Il punto però non è questo. Miccichè continua a cambiare l'ordine dei fattori, mentre dovrebbe interrogarsi sul perché il suo candidato a Caltanissetta a primo turno ha preso 8 punti percentuali in meno rispetto allo squadrone che lo sosteneva". Rispedita al mittente anche l'accusa lanciata alla Lega di essere stata disponibile a un'alleanza solo se si fosse scelto il suo candidato. "Miccichè è uno che si fa imporre le cose? Finiamola di scherzare – sottolinea Pagano – Non avremmo imposto un fico secco e non avevamo il potere contrattuale per farlo perché loro erano 5/6 liste tutte schieratissime. Noi eravamo lì per mediare". E aggiunge: "Io conosco uomini e cose. Stiamo parlando di un candidato che era lì 26 anni fa: 26 anni fa c'era la stessa squadra che c'è adesso, stessi assessori, stessi uomini. Sono incartapecoriti e naturalmente non è soltanto un problema di anagrafe ma anche culturale". Nessun odio nei confronti del commissario azzurro siciliano. "Sono cresciuto con Miccichè e non lo dimentico – dice – Lui e Berlusconi mi vollero in lista nel 1996. Ho un rapporto che continua a essere di stima nei suoi confronti e non nutro sentimenti di odio, men che meno di risentimento, nei confronti di nessuno. Sono soltanto uno che ha la testa sulle spalle altrimenti non me ne sarei andato da lui quando non condividevo assolutamente l'impostazione politica che voleva dare , leggasi Nuovo sud, e non sarei andato nella Lega dove adesso non sto bene ma benissimo". (Adnkronos)