Pubblicato il: 30/06/2023 alle 08:48
“Non sniffo più, ma il test no. Non devo dimostrare nulla a nessuno”. Lo afferma Gaetano Micciché, politico, ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana, intervistato dal ‘Corriere della Sera’ finito in alcune intercettazioni su un presunto spaccio di droga. “Non ci provo nemmeno a smentire. Io, da sempre onesto, serio, non ho mai fatto del male a nessuno. Solo un errore, commesso contro me stesso. Sarei in imbarazzo se avessi rubato. Invece sono a posto con la coscienza” aggiunge.
“Intanto, tutti sanno a Palermo che io mangio ogni giorno nel ristorante di Mario Di Ferro, a Villa Zito. Forse non tutti sanno che c’è sempre un tavolo per me. E quando lascio Palermo avverto. Per evitare che gli resti un tavolo vuoto – spiega – . Accadde quel novembre. Devo aver detto “cinque giorni”. Ma riferiti a una partenza per Milano, a un soggiorno a Gardone Riviera, Villa Paradiso, camera 142. Ecco la fattura dell’albergo, per fortuna conservata, trovata dalla mia segretaria. E sulle carte scrivono che non partivo mai”. Quanto alle intercettazioni, Micciché sottolinea: “Mi chiedo: si potevano fare, visto che a fine 2022 ero senatore? Si possono pubblicare oggi? È una cosa da Paese civile? Comunque, perché esce il mio nome? Io non sono indagato e non potevo essere intercettato. Se poi tutto serve a sputtanare”.
“Nella mia vita ho fatto cose bellissime e un errore. Pensano che possa sentirmi infelice per avere fatto un errore? Infelice è chi, invece di esaltare le cose positive, s’aggrappa a una cosa negativa. Io sono nato per essere ottimista” conclude.