Pubblicato il: 26/07/2013 alle 07:09
Maxi-operazione contro il crimine a Roma che viene definita dalla polizia “una delle più rilevanti” compiute sul territorio nazionale. Cinquantuno gli arresti in un blitz scattato nella notte che ha visto impegnati circa 500 tra uomini e donne della polizia di Stato. In campo anche i reparti speciali, un elicottero, le unità cinofile e le pattuglie della polizia marittima.
Nella maxi-operazione della polizia nella capitale sono stati individuati esponenti considerati dagli investigatori i sancta sanctorum del crimine romano e siciliano. Colpiti i clan Fasciani, Triassi e D'Agati, che da anni si sono spartiti il malaffare soprattutto sul litorale.
Nessun affare era escluso dal controllo dell'organizzazione. I reati contestati vanno dall'usura, al traffico internazionale di droga, alle estorsioni ai danni di commercianti, al controllo di intere piazze di spaccio non solo nella zona litorale ma anche in città, al controllo del mercato delle slot machine, alle infiltrazioni in apparati amministrativi per l'assegnazione di abitazioni popolari, al controllo di intere attività balneari da anni fiore all'occhiello dell'economia della zona balneare della capitale, alla corruzione.
Dalle indagini della squadra mobile della capitale è emerso che per quasi un ventennio due gruppi criminali, appartenenti ai clan Fasciani e Triassi, hanno intrattenuto affari a Roma e si sono spartiti il territorio in una sorta di pax mafiosa, in base alle quale tutti potevano tranquillamente gestire i loro illeciti traffici.
Sono state quindi colpite le intere famiglie dei Fasciani: in manette sono finiti il capo indiscusso Carmine e i fratelli Giuseppe e Terenzio Nazzareno. Tra i Triassi sono stati arrestati Vito e Vincenzo, appartenenti alla nota famiglia mafiosa dei Cuntrera – Caruana, che da anni si erano trasferiti ad Ostia mantenendo un legame inscindibile con Cosa Nostra siciliana. Della cupola mafiosa faceva parte anche un altro appartenente a Cosa nostra, da anni stanziatosi ad Ostia, considerato il terzo anello del gruppo di comando dell'organizzazione.
La lunga indagine condotta dalla Squadra Mobile di Roma ha consentito di fornire elementi alla Procura della Repubblica, per contestare e individuare l'esistenza di un'associazione di stampo mafioso nella Capitale. Il lavoro svolto dagli agenti ha permesso di seguire tutti i passaggi criminali dei vari affari delle organizzazioni: dall'ingresso di un nuovo appartenente agli accordi tra i capi per la spartizione del territorio, alle riunioni per dirimere le controversie sorte nella gestione del territorio. Ma anche la pianificazione di omicidi o tentati omicidi necessari per garantire e ripristinare la supremazia su qualsiasi attività.