Pubblicato il: 15/02/2025 alle 17:28
Qualche perplessità giunta in redazione a proposito dei divieti di trasferta impone delle precisazioni. Quanto osservato nell'ultimo articolo non era assolutamente riferito alla Questura di Caltanissetta. Anzi va dato grande merito alle Autorità nissene di pubblica sicurezza in quanto portatrici di una strategia di apertura pur nella doverosa attenzione. Non può tacersi l'evidenza costituita dalla autorizzazione a molte trasferte al contrario di quanto avviene in provincie limitrofe. Di grande significato la possibilità data di giocare il derby con la Sancataldese, conclusosi senza alcun problema serio grazie alla eccezionale organizzazione del servizio di prevenzione. Le nostre comunità hanno apprezzato tanto questa apertura e si spera che la parte più oltranzista delle due tifoserie faccia tesoro di questo investimento fiduciario. La critica al sempre più frequente divieto di trasferta era di carattere generale ed è relativa alle conseguenze di tale soluzione sulle società calcistiche e sui diritti dei cittadini. Non occorre uno sforzo particolare per cogliere i danni economici che tali divieti creano ai presidenti che fanno i salti mortali per far quadrare i bilanci. Nè può negarsi che per prevenire i danni creati da esigue minoranze si finisce col limitare gravemente la libertà di cittadini onesti che rispettano la legge e pagano le tasse. Se vogliamo rimanere al precedente di Nissa-Favara dello scorso anno si può osservare che, pur condannando fermamente il vile gesto che causò il ferimento di un poliziotto e ribadendo la massima solidarietà allo stesso, la domanda da farsi è la seguente: è giusto che il gesto di un singolo delinquente provochi la negazione di un importante diritto di tanti? La domanda assume ancor più senso ove si consideri che in quell'occasione le intemperanze furono davvero di pochi al cospetto di un comportamento della tifiseria ospite abbastanza corretto. Non abbiamo una risposta certa al quesito ma vogliamo semplicemente porre il problema, convinti che le eventuali soluzioni diverse da quelle meramente repressive necessitano della cooperazione di diversi soggetti, in primo luogo delle società calcistiche. Crediamo che valga la pena di valutare la possibilità di approcci più aperti in considerazione della valenza fortemente positiva della partecipazione alle partite dal vivo. In un mondo che va verso una rarefazione sempre maggiore dei rapporti umani reali e fisici a vantaggio delle relazioni virtuali e della partecipazione televisiva crediamo che occorra fare di tutto per salvaguardare quanto ancora resta di autentico. Nessuna critica ad personam dunque ma soltanto lo stimolo a cercare strade diverse con il contributo di tutti.
Rombo di tuono