Pubblicato il: 19/11/2022 alle 15:25
Si aggrava la posizione di un carabiniere di Gela in servizio in un'altra città dopo che la Procura di Gela ha chiesto l’aggravante per il reato di violenza sessuale di cui è accusato nei confronti del proprio figlio, poiché il piccolo, nel momento in cui sarebbero stati commessi i fatti contestati aveva meno di 10 anni. Qualora il tribunale dovesse esprimersi favorevolmente alla richiesta il processo si celebrerà dinanzi alla Corte d’Assise, così come previsto per i reati più gravi. Secondo l’accusa il militare dell’Arma avrebbe toccato il piccolo nelle parti intime e lo avrebbe fatto assistere al sesso telefonico con le sue fidanzate. Il piccolo, che ha raccontato tutto, sentito anche dagli assistenti sociali, è stato affidato alla madre (assistita dagli avvocati Eleanna Parasiliti e Giuseppe Messina) una professionista che una volta venuta a conoscenza del disagio del figlio ha sporto denuncia.
Il processo è ancora alle battute iniziali ma il carabiniere è già imputato in altri due procedimenti: il primo per maltrattamenti nei confronti della mamma del bimbo, nonché ex moglie, e l’altro per accesso abusivo ai sistemi informatici delle forze dell’ordine. In quest’ultimo caso sarebbero stati proprio i superiori a denunciare la condotta del militare che sarebbe entrato abusivamente nel sistema informatico per cercare notizie sulla ex moglie e le persone vicine a quest’ultima. Pesantissime, nel corso dell’udienza, le testimonianze dei colleghi contro il carabiniere che avrebbe fatto accesso a quelle informazioni al solo fine di controllare la ex moglie. Il procedimento relativo alla violenza sessuale su minore riprenderà a gennaio. I legali della ex moglie hanno anche prodotto del materiale relativo ai legami del carabiniere con un frate sulla possibilità di una reciproca protezione.