Pubblicato il: 22/12/2013 alle 15:32
Il deputato del Pd Khalid Chaouki è barricato da questa mattina nel Centro di prima accoglienza e soccorso di Lampedusa per protestare contro le condizioni in cui si trovano i migranti. L'iniziativa del parlamentare, resa nota attraverso il suo profilo Twitter, fa seguito alle polemiche legate al video shock trasmesso dal Tg2, con i profughi denudati per essere sottoposto a un trattamento anti scabbia. Chaouki sostiene che non intende desistere dalla sua protesta fino a quando gli ospiti della struttura non saranno trasferiti.
Ieri anche il segretario nazionale del Pd, Matteo Renzi, aveva visitato il Centro di accoglienza incontrando alcuni profughi siriani scampati al naufragio del 3 ottobre scorso, trattenuti sull'isola perchè testimoni dell'inchiesta condotta dalla Procura di Agrigento, che avevano chiesto di potere tornare ad essere liberi.
“Il centro d'accoglienza di Lampedusa è un luogo indegno, ci sono ancora 7 sopravvissuti al
naufragio del 3 ottobre e 6 migranti in sciopero della sete e della fame da due giorni”, ha aggiunto Chaouki, che da stamane è nel centro d'accoglienza di Lampedusa: “Resterò fino a quando non sarà trovata una soluzione”.
Chaouki, 30 anni, di origini marocchine, è arrivato alle 10 di stamane nel centro d'accoglienza di Lampedusa. “Sono venuto a vedere quello che succedeva – spiega – dopo l'informativa di ieri del ministro dell'Interno Angelino Alfano. Non mi pare che le cose siano come le descrive lui: ci sono più di 200 migranti che vivono qui da mesi, quando le norme internazionali prevedono una permanenza massima di 96 ore. Sette eritrei, sopravvissuti al naufragio del 3 ottobre, sono ancora qui”. “Nel centro – aggiunge – le condizioni sono disastrose: entra acqua dal tetto, alcune stanze sono allagate. Davanti ai morti di due mesi e mezzo fa, abbiamo assistito al lutto e al cordoglio e siamo ancora alle promesse”. “Oggi ho mangiato con i migranti e resterò qui a dormire – conclude – fino a quando non sarà ripristinata la legalità e l'Italia non si adeguerà alle norme del diritto internazionale”.