Anche Butera, comune di quasi cinquemila abitanti della ex provincia regionale di Caltanissetta, ha deciso di aderire al consorzio di comuni di Catania, così come hanno già fatto Gela, Niscemi e Piazza Armerina.
Il consiglio comunale del paese ha deliberato ieri sera l'adesione al territorio etneo con una delibera votata all'unanimità dai 12 consiglieri presenti in aula. Entro 60 giorni dovrà svolgersi il referendum confermativo per la cui validità non è previsto il superamento del quorum del 50% più uno degli elettori iscritti a votare. Così è già avvenuto a Niscemi e a Piazza Armerina, che hanno confermato le scelte dei rispettivi consigli comunali, e così è successo a Gela.
Ma sul referendum gelese grava il rischio della bocciatura dell'adesione al libero consorzio di comuni di Catania perché lo strumento referendario previsto dal regolamento comunale contempla il superamento del quorum della metà più uno mentre i votanti a Gela sono stati pari al 36,14%. Tuttavia, i legali del comitato organizzativo ritengono valido il risultato del referendum (dalla funzione confermativa) che resta sub-iudice, in attesa del pronunciamento del governo regionale.
Gela, Butera, Piazza Armerina e Niscemi andrebbero a infoltire il possibile consorzio di comuni dell'area sud della città di Catania che, diventando area metropolitana, rinuncerebbe al ruolo di capofila provinciale dividendo fisicamente in due la ex provincia etnea. Per le città più popolose, Acireale e Gela, si aprirebbero perciò buone prospettive di leadership: Acireale potrebbe diventare capofila del raggruppamento dei comuni della zona nord del Catanese e Gela possibile capofila del consorzio di municipi della fascia meridionale del territorio etneo, con oltre 272 mila abitanti (quinto in Sicilia).