Pubblicato il: 06/03/2015 alle 10:48
Per rilanciare Caltanissetta occorre puntare sulla qualità della vita ripartendo dal piano strategico elaborato nel 2007 e da allora mai attuato. E' stato questo il leit motiv del convegno organizzato dalla Banca del Nisseno, che ha riunito urbanisti ed esperti di economia per dibattere sul tema “Quale sviluppo per Caltanissetta”, che ha richiamato molti partecipanti. “Siamo molto attenti alle dinamiche territoriali e al rilancio del territorio in quanto la nostra azienda sostiene lo sviluppo locale – ha detto il presidente dell'istituto di credito Giuseppe Di Forti, aprendo i lavori – in una logica di coordinamento delle idee sulle tematiche dello sviluppo. E' importante avere una visione strategica dello sviluppo di Caltanissetta, ecco perché la nostra banca ha convocato i rappresentanti delle istituzioni pubbliche e private che possono interagire in maniera sinergica”.
Alla tavola rotonda hanno partecipato Salvo Tomaselli, docente di economia aziendale che ha lavorato alla elaborazione del Piano strategico ai tempi dell'Amministrazione guidata dal sindaco Salvatore Messana – presente al convegno – del quale ha rimarcato la validità: “Il piano prevedeva una visione fondata su due piloni per lo sviluppo del territorio di Caltanissetta. Uno all'attenzione alla qualità della vita urbana per i cittadini e i visitatori di Caltanissetta, mentre l'altra visione si concentrava sugli aspetti produttivi, facendo leva sulle risorse cittadine come il Polo sanitario e quello sportivo, e i proto-distretti come quello della plastica, della meccanica e dell'agroalimentare di qualità. Tutti settori che erano fiorenti in quel periodo e credo lo siano tuttora. Le ragioni della mancata realizzazione degli obiettivi del piano sono da individuare nella paralisi della programmazione regionale”, ha sottolineato Tomaselli.
Ai lavori è intervenuto Maurizio Carta, ex presidente del Consorzio Universitario di Caltanissetta e Ordinario di Urbanistica e pianificazione territoriale all'Università di Palermo, secondo il quale il Piano Strategico “è un progetto che contiene tutti gli elementi che possono servire per riavviare il futuro. Oggi siamo in una fase in cui territori guardano al di fuori dei perimetri comunali e guardano alle dimensioni metropolitane o proto metropolitane. In quel piano erano individuati i fattori competitivi di questa città e del territorio. Bisogna ripartire da lì e attualizzare molte situazioni che sono mutate dal 2007 ad oggi. Attualmente viviamo un periodo di crisi, ma quel piano faceva riferimento alla qualità come fattore di sviluppo”. Qualificati contributi in materia di rilancio urbanistico sono arrivati anche dal professore Leonardo Urbani e da Fausto Provenzano, docente di Composizione architettonica dell'Ateneo palermitano.