Pubblicato il: 11/07/2014 alle 09:45
Alessandro Pagano e Michele Campisi
“Galeotta” fu l'impronta digitale. Ha un volto e un nome l'autore del raid vandalico nella segreteria politica di viale Trieste del deputato Alessandro Pagano, all'epoca esponente del Pdl e oggi in quota Nuovo Centrodestra, e del cognato Raimondo Torregrossa ex deputato all'Ars. Nel mirino finì anche l'allora sindaco Michele Campisi, anche lui iscritto nello stesso partito, destinatario di scritte offensive sui muri come il parlamentare sancataldese. Quella notte i vandali lanciarono delle uova contro la porta d'ingresso dell'ufficio e rubarono anche tre bandiere del partito. Il fattaccio avvenne la notte del 18 gennaio 2010 e a distanza di quattro anni e mezzo oggi la Digos di Caltanissetta – guidata dal vicequestore aggiunto Fabio Lacagnina – ha scoperto il vandalo incastrato grazie alle impronte digitali. Un cold case risolto, dunque.
Si tratta di un nisseno di 20 anni, allora minorenne e rimasto nell'ombra fin quando è stato fotosegnalato a Enna dalla Polizia tant'è che le sue impronte sono entrate così nel database ministeriale e che recentemente è stato denunciato per danneggiamento.
All'epoca dei fatti il ragazzo – che come riferiscono gli inquirenti è un frequentatore dei centri sociali – faceva parte del gruppo degli “Indignati”, il movimento ispirato alla rivolta sociale spagnola composto da cittadini, studenti, ambientalisti, esponenti delle associazioni e dei sindacati che si ribellano contro i regimi totalitari e si oppongono a chi vuol far pagare la crisi economica alle fasce più deboli.
Il capo della Digos, Fabio LacagninaLa Polizia Scientifica eseguì un accurato sopralluogo e riuscì a rilevare una serie di impronte digitali utili su una lampada posizionata in prossimità delle bandiere rubate. Le impronte furono confrontate con quelle di una vasta serie di soggetti ritenuti sospetti, ma l'accertamento diede esito negativo.
Le impronte furono quindi inserite nella Banca Dati “Latent Print” (Frammenti non Risolti), che venivano automaticamente confrontate con quelle di tutte le persone sottoposte a fotosegnalamento. Lo scorso mese di maggio l'indignados nisseno è stato fermato e sottoposto ad un controllo dalla Polizia a Enna. E in quell'occasione è stato trasferito nel gabinetto della Scientifica, fotosegnalato ed è bastato questo per gli investigatori individuare l'autore del fattaccio e collocarlo sulla cosiddetta “scena del crimine”. Per questo motivo il giovane è stato denunciato per furto aggravato, imbrattamento e minacce. Ma gli investigatori dell'ufficio politico della Questura nissena sono convinti che quella notte lui non fosse solo e che anzi v'erano altri complici sui quali si potrebbe chiudere il cerchio.