Pubblicato il: 27/09/2014 alle 09:13
Giuseppe ScilleriS'è macchiata di sangue la lite degenerata ieri sera a Gela tra un pastore e la convivente e che ha coinvolto anche il cognato dell'uomo. In carcere per tentato omicidio è finito un pastore, Giuseppe Scilleri, 36 anni, accusato di tentatoomicidio, lesioni personali e porto abusivo di armi o oggetti atti ad offendere.
Era da poco trascorsa la mezzanotte quando un uomo e una donna, fratello e sorella, hanno varcato il pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele di Gela. Lei, gelese 24enne con una vistosa ferita d’arma da taglio al braccio, lui, 31enne gelese con una profonda ferita al fianco e copiosa perdita di sangue. Non sono ancora chiari, ma probabilmente banali, i motivi che hanno spinto l'allevatore ad aggredire con violenza la compagna e il cognato.
Soccorsi dal personale medico, i due venivano immediatamente raggiunti in astanteria da una pattuglia di Carabinieri, ai quali fornivano le prime frammentarie informazioni: poco prima, in seguito ad una lite, all’interno dell’abitazione che occupava insieme al compagno Giuseppe Scilleri, la donna veniva da quest’ultimo dapprima minacciata e poi attinta al braccio con un grosso coltello da cucina. Successivamente il compagno inseguiva in strada, esattamente in via Agatocle, il fratello della giovane, che nel frattempo era uscito dall’abitazione, per scagliarcisi contro e conficcargli il coltello nell’addome. Scilleri, dopo aver sferrato le coltellate, è fuggito a piedi lasciando l'arma conficcata nel fianco della vittima. Raccolte le indicazioni, i militari intraprendevano la ricerca dell’uomo. Essendo irreperibile nell’abitazione di residenza, la pattuglia estendeva le ricerche nell’ovile in cui il il pastore lavorava, nelle campagne di contrada Piano Mendola. E proprio là, nascosto nel fienile, lo Scilleri veniva rintracciato.
Considerati i gravi indizi di colpevolezza, il pastore è stato arrestato e rinchiuso nel carcere di Gela con le pesanti accuse. La donna se la caverà con 5 giorni di prognosi, l’uomo – in condizioni ben più critiche – versa tutt’ora in prognosi riservata ed è ricoverato presso il reparto di chirurgia dell’ospedale civile di Gela avendo subito una grave lesione al fegato.