Pubblicato il: 16/06/2020 alle 09:20
Condannati per associazione mafiosa ma con il reddito di cittadinanza. E’ quanto scoperto dalla Guardia di Finanza di Enna che ha avviato una articolata e complessa analisi diretta ad individuare condotte penalmente rilevanti tese all’illecita percezione del Reddito di cittadinanza. In particolare, sono state vagliate le posizioni di numerosi condannati con sentenze passate in giudicato per reati di mafia al fine di verificare la legittimità delle istanze inoltrate.
Ed è emerso che parte dei percettori o dei componenti del nucleo familiare, riconosciuti quali affiliati alle consorterie criminali, risultavano aver richiesto ed ottenuto il sussidio di cittadinanza in assenza dei requisiti previsti dal provvedimento normativo; altri, invece, hanno scientemente omesso di fornire informazioni utili ai fini della corretta determinazione dell’ammontare del beneficio.
Al termine degli accertamenti in rassegna si è proceduto, pertanto, alla denuncia di cinque appartenenti alla criminalità organizzata, originari della provincia, alla Procura della Repubblica di Enna, diretta da Massimo Palmeri, nonché alla contestuale segnalazione all’Inps per l’avvio del procedimento di revoca degli indebiti benefici ottenuti e il conseguente recupero delle somme già erogate, quantificabili complessivamente in circa 70 mila euro.
"L'inchiesta di Polizia Giudiziaria, denominata “Brick”, testimonia l’approccio multidisciplinare e trasversale dell’azione sviluppata dalle attività di servizio dalla Guardia di Finanza, conformemente alle linee operative tracciate dal Comando Generale del Corpo, che opera diuturnamente a favore dei cittadini onesti al fine di assicurare che le misure per il contrasto alla povertà siano effettivamente destinate alle fasce più deboli e bisognose e non siano appannaggio di individui che si pongono volontariamente al di fuori della cornice della legalità".