Pubblicato il: 17/12/2013 alle 11:00
L’Istituto Nazionale di Statistica ha effettuato un’indagine per verificare lo stato economico degli italiani e individuare la percentuale di povertà o esclusione sociale in linea con la definizione definita nella strategia Europa 2010.
Poco lavoro, reddito basso e nucleo familiare numeroso sono i criteri che stanno facendo crescere sempre di più il numero degli italiani con serie difficoltà economiche.
La metà delle famiglie residenti in Italia ha percepito, nel 2011, un reddito netto non superiore a 24.634 euro l’anno (circa 2.053 al mese). I redditi medi più elevati (sia al lordo, sia al netto dei fitti imputati) si registrano nelle province autonome di Trento e di Bolzano, in Lombardia, Emilia Romagna e Lazio.
Nel Sud e nelle Isole il 50% delle famiglie percepisce meno di 20.129 euro (circa 1.677 euro mensili). Con picchi in negativo in Sicilia, Basilicata, Calabria, Campania e Molise. Questi dati sono, ovviamente, una media di tutta la popolazione censita e nasconde il numero di famiglie che prende anche meno di 1000 euro al mese e quelle che si adagiano sui numeri del più ricco nord.
Ma quali sono le categorie a rischio? Dalle indagini statistiche è emerso che il pericolo aumenta per le famiglie numerose (39,5%) o monoreddito (48,3%). Incrementi significativi, tra il 2011 e il 2012, si registrano tra gli anziani soli (dal 34,8% al 38,0%), i monogenitori (dal 39,4% al 41,7%), le famiglie con tre o più figli (dal 39,8% al 48,3%), se in famiglia vi sono almeno tre minori.