Pubblicato il: 14/09/2020 alle 10:09
Ritengo che un approccio corretto al prossimo referendum sul taglio dei parlamentari sia quello di votare prescindendo dalle appartenenze politiche e dalle contingenze del momento. La proposta di riforma infatti incide pesantemente su principi costituzionali fondamentali e, se approvata, produrrà conseguenze che vanno ben oltre gli equilibri politici attuali. Dico subito che voterò con convinzione NO per due ragioni: primo perché la riduzione del numero dei rappresentanti del popolo non risolve alcuno dei problemi del nostro sistema politico, secondo perché ne crea di nuovi ancor più gravi. Quanto al primo aspetto va ricordato come la nostra Costituzione ha manifestato la sua vetustà e inadeguatezza sotto il profilo della grande instabilità politica e della scarsa incisività del potere esecutivo. Da qui vari tentativi di riforma, sempre bocciati, che hanno tentato di conferire maggior stabilità rafforzando il governo ed eliminando il bicameralismo perfetto.Negli ultimi anni una prassi scellerata ha tentato di superare il problema con l'abuso dei decreti legge, usati sistematicamente, e spesso con ricorso al voto di fiducia, quando in realtà essi furono pensati dai Padri Costituenti solo per situazioni di eccezionalità e urgenza.Da ultimo addirittura abbiamo assistito alla emanazione di provvedimenti di carattere amministrativo, e dunque gerarchicamente inferiori a quelli di tipo legislativo, destinati ad incidere su libertà fondamentali della persona tutelate dalla Costituzione( i famosi DPCM). Il taglio dei parlamentari rischia così di ferire ulteriormente la natura parlamentare della nostra Repubblica. Esso inoltre non incide sulla spesa pubblica, realizzando un risparmio impercettibile.Nè limita in alcun modo lo strapotere delle segreterie di partito o favorisce il miglioramento della pessima qualità degli eletti, dipendendo ciò dal sistema elettorale vigente e dal declino dei partiti politici. Alla mancata risoluzione dei problemi si accompagnano nefaste conseguenze in termini di perdita di rappresentatività. Il rapporto pensato dai Costituenti era di un deputato ogni 80.000 abitanti e di un senatore ogni 200.000.Il taglio lascerà privi di rappresentatività interi territori, in particolare quelle aree interne e quelle regioni periferiche che già oggi sono penalizzate rispetto alle aree metropolitane e alle regioni più ricche.Un colpo mortale a territori ricchi di storia e tradizioni che vivono da anni una progressiva desertificazione. A queste ragioni dovremmo prestare particolare attenzione noi nisseni.La approvazione della riforma di fatto ci priverebbe per sempre di nostri rappresentanti, consegnando i nostri destini a palermitani che verranno a mietere i nostri consensi, con mirabolanti e illusorie promesse, per continuare a concentrare le risorse nelle aree costiere.Spero tanto che eviteremo questo suicidio. Sergio Iacona