Pubblicato il: 23/09/2020 alle 08:48
Mai come ad Acquaviva Platani, minuscolo paesino dell’entroterra nisseno, dove da tempo il numero degli emigrati ha superato quello dei residenti, il concetto di voto "bulgaro" acquista una valenza reale e tangibile. Basta leggere i dati definitivi del referendum costituzionale per capire da che parte, i pochi abitanti rimasti, si sono schierati. Il 94,2% degli elettori ha votato per il Sì, in numeri assoluti 347 votanti contro i 21 che hanno invece preferito barrare la scheda sul no.
Un plebiscito che fa di Acquaviva un paese da record, simbolo siciliano della battaglia per il taglio dei parlamentari. Anche l’affluenza si è attestata nettamente al di sopra del dato regionale che con il 35,3% ha fatto della Sicilia il fanalino di coda. Ad Acquaviva Platani ai 3 seggi allestiti nell’unica scuola del paese si sono presentati in 369, pari al 47,8%. Un dato che può essere letto come un segnale lanciato alla politica da una popolazione senza lavoro e con scarsa fiducia nel futuro. Il borgo si trova al centro di un’area disagiata, tra le più povere della Sicilia, dove l’unica via possibile per costruire il proprio avvenire rimane quella di fare le valigie ed emigrare in Inghilterra, seconda patria per la maggioranza degli acquavivesi. (La Sicilia.it)