Pubblicato il: 30/10/2013 alle 09:05
L'Assemblea regionale siciliana ha respinto la mozione di sfiducia dei Cinquestelle al governatore della Sicilia, Rosario Crocetta. Contrari 46, favorevoli 31. Tredici i deputati assenti.
Contro la mozione hanno votato il Pd, l'Udc, il Megafono, i Drs e il gruppo Articolo 4. Assenti al momento del voto sei deputati della maggioranza: Franco Rinaldi (Pd), Bruno Marziano (Pd), Giovanni Panepinto (Pd), Pippo Digiacomo (Pd), Paolo Ruggirello (Art.4), Marco Forzese (Drs).
A favore della mozione, oltre ai 14 deputati cinquestelle, altri 17 parlamentari di altri gruppi di opposizione (Pdl, Pid, Pds-Mpa, lista Musumeci). Cinque gli assenti nelle file dell'opposizione: Toti Lombardo (Pds-Mpa), Giuseppe Federico (Pds-Mpa), Dino Fiorenza (Pds-Mpa), Santi Formica (lista Musumeci) e Mimmo Milazzo (Pdl). Assenti anche due parlamentari del gruppo Misto (Riccardo Savona e Girolamo Fazio).
Ma il ‘modello Sicilia' non c'è più. Morto e sepolto. La mozione di sfiducia, che ha tenuto i deputati dell'Assemblea regionale incollati agli scranni di sala d'Ercole per nove ore di fila, ha scavato un solco difficilmente colmabile tra i grillini e il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, che si sono fronteggiati in aula a viso aperto, scambiandosi accuse velenose, scomodando condottieri e storici, poeti e persino facendo riferimento a salmi sacri.
L'affondo del capogruppo del M5s, Giancarlo Cancelleri, è stato immediato. Il grillino, relatore della mozione, ha citato il condottiero e politico inglese, Oliver Cromwell, facendo un salto indietro nel tempo, nientemeno al 1653. “Ètempo per me di fare qualcosa che avrei dovuto fare molto tempo fa: mettere fine alla vostra permanenza in questo posto. Siete un gruppo fazioso, nemici del buon governo, banda di miserabili mercenari, scambiereste il vostro Paese con Esaù per un piatto di lenticchie”. E ancora: “Siete diventati intollerabilmente odiosi, portate via la vostra chincaglieria luccicante e chiudete le porte a chiave, in nome di Dio”. Perché “questa sfiducia”, ha incalzato, “l'hanno firmata i precari, i disoccupati, le famiglie, le imprese, quelle piccole e quelle medie, gli agricoltori, gli allevatori, i giovani e gli anziani: la rivoluzione di Crocetta non ha portato a niente”. Concludendo: “Siamo un movimento di pace, siamo stati collaborativi e nessuno potrà negare che abbiamo provato a cambiare le cose, ma abbiamo solo ricevuto silenzi”.
Parole che hanno infuocato il governatore. La sua è stata una invettiva di 78 minuti, quasi per intero rivolta ai cinquestelle. “Vi chiedo di non scomodare Dio”, ha esordito Crocetta. Poi ha alzato i toni. “Siete diventati partitocratici come tutti gli altri, siete soltanto dei politicanti, mi sento tradito da un movimento in cui credevo”. Perché “ho operato in assoluta buona fede con i ragazzi dei cinquestelle, ma quando cominciano a ‘inciuciare', chi è la mosca nocchiera che guida il bue ed è convinto di guadarlo?”.
Di fronte a un'Assemblea silenziosa, Crocetta ha mostrato la sua busta paga: “Sono vittima di una campagna di sciacallaggio da parte dei Cinquestelle, dicono che guadagno quanto Obama, la verità è che il mio stipendio netto al mese è di 7.495 euro”. “Col mio stipendio”, ha proseguito, “pago l'affitto della casa a Palermo perché non vivo nell'appartamento di servizio a Palazzo d'Orleans e pago di tasca mia anche le missioni: mi rimangono 5.500 euro”. Ventuno minuti di numeri e cifre, “perché voglio chiudere una volta e per tutta questa storia”. Per le spese di rappresentanza, quest'anno il governo ha previsto impegni per 43 mila euro rispetto agli 813 mila euro dell'anno scorso, al milione e 700 mila euro del 2011 e al milione e mezzo di euro del 2010. “Volete sapere quanto ho speso dei fondi riservati al presidente? Zero”, ha tuonato, ricordando che il suo predecessore, Raffaele Lombardo, aveva speso 400 mila euro prima di dimettersi. Poi ha ribattuto punto per punto alle critiche degli altri deputati dell'opposizione, parlando dell'azione amministrativa compiuta “in questo primo anno di governo” e bollando la mozione come “un atto intriso di pregiudizio, perché non si può presentare una sfiducia ad appena un anno dall'inizio della legislatura”. E ha riferito che il suo governo “ha presentato 30 denunce alle procure siciliane: bisogna aspettare ma vi assicuro che quello che succederà sarà straordinario e vedrete quando qualcuno sarà arrestato, perché rispetto a Pasolini, io so e ho le prove”.