Pubblicato il: 10/01/2025 alle 13:21
(Adnkronos) – Nuova luce per la Vergine Maria e il San Giovanni Evangelista dolenti. Dopo un attento restauro, le due tavole del pittore senese Giovanni di Paolo (1403 circa – 1482) provenienti dall'Oratorio dei Santi Giovannino e Gennaro tornano ad essere esposte nel Museo dell'Opera del Duomo di Siena. L'intervento, effettuato per volere del Consiglio di amministrazione e del Rettore dell’Opera della Metropolitana Giovanni Minnucci, è stato finanziato dal Rotary Siena Est che, per mezzo dell'allora presidente Lorenzo Gaeta, individuò tra i service dell'anno 2022 la somma da donare per sostenere il restauro. Piero Florio, attuale presidente del Rotary Siena Est, lo ha portato a termine e presentato a tutti gli associati e alla città, venerdì 10 gennaio, nella sala delle Statue all'interno del Museo dell’Opera. L'intervento è stato condotto da Cecilia Caporali, restauratrice dell'Opera della Metropolitana di Siena, che si è presa cura di questi capolavori assieme a un team di professionisti interni ed esterni: il tecnico del restauro Daniele Butti; il restauratore Ciro Castelli, che ha fornito un contributo preziosissimo per il risanamento dei supporti lignei; Ilaria Muzii per le ricerche storiche; Enrico De Benedetti, capo area tecnica dell’Ente, che ha sovrinteso le operazioni. L'esame tecnico delle due figure ha fornito nuove e importanti informazioni. In particolare, l'osservazione del San Giovanni ha rivelato la presenza di piccole strisce di oro rimaste intatte lungo i bordi delle mani intrecciate, un dettaglio che suggerisce che la tavola originale fosse dorata. Questo, unito alla tipologia stilistica delle figure e al danneggiamento dei profili, conferma che i due dolenti facevano probabilmente parte di una composizione più ampia. Le analisi scientifiche non invasive di imaging e documentazione fotografica sono state condotte da Bruno Bruchi, Andrea Sbardellati e Teobaldo Pasquali. Il loro lavoro si è rivelato fondamentale per la ricostruzione della storia dei due "dolenti" e per orientare le attività conservative. Le opere si presentavano fortemente danneggiate a causa di una rovinosa caduta e il restauro si è occupato del risanamento e consolidamento del supporto, intervenendo sul retro dei dipinti. Hanno poi fatto seguito le fasi che generalmente accompagnano il recupero della pittura: il consolidamento del colore, la pulitura, la stuccatura delle lacune e l’integrazione pittorica. La funzionaria restauratrice Letizia Nesi e Isacco Cecconi della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo hanno seguito passo dopo passo il restauro e sotto la loro supervisione sono state prese tutte le decisioni più importanti. Le due opere, rese di nuovo interamente leggibili, tornano a essere esposte all’interno del Museo dell’Opera del Duomo di Siena e vengono così restituite alla pubblica fruizione di studiosi, appassionati d’arte e visitatori, che potranno apprezzarne la bellezza grazie anche alla nuova illuminazione delle vetrine in cui le tavole saranno conservate. "L'Opera della Metropolitana di Siena – ha dichiarato il Rettore, professor Giovanni Minnucci – è molto grata al Rotary Siena Est, e ai due presidenti Gaeta e Florio che si sono succeduti nell'incarico, per la grande e tangibile attenzione che hanno voluto riservare alle attività dell'Istituzione, così consentendo il raggiungimento di risultati indiscutibili per la tutela e la conservazione del patrimonio artistico affidato alla Fabbriceria senese". “Il Rotary Club da più di cento anni ha come proprio obiettivo fondamentale quello di ‘servire’ al di là dell’interesse personale dei suoi singoli soci, proponendo azioni indirizzate a migliorare la vita delle persone e a costruire un mondo migliore, che supporti gli sforzi volti a edificare la pace – ha spiegato Piero Florio, presidente del Rotary Siena Est – La proficua conclusione del progetto di restauro delle opere di Giovanni di Paolo ha indotto me, il Consiglio direttivo e i soci del nostro Club a voler continuare e approfondire il rapporto di collaborazione con l’Opera della Metropolitana, lanciando un nuovo ‘service’ volto al recupero di un altro bene appartenente al suo complesso artistico-monumentale, che potremo individuare di comune accordo, nella certezza che questa collaborazione possa contribuire alla conservazione e allo sviluppo del patrimonio culturale della nostra città”. Ad illustrare i contenuti storico artistici dei due "dolenti" è stata Laura Bonelli, storica dell’arte e curatrice di attività culturali di Vernice Progetti. Fu Cesare Brandi che per primo studiò le opere nel 1941 ("due magnifici frammenti di una grande tavola barbaramente mutilata") ed Enzo Carli ne ipotizzò la collocazione, nella prima metà del XV secolo, ai lati di un Cristo crocifisso dipinto o scolpito, in un’opera commissionata dalla Confraternita dei Santi Giovannino e Gennaro; diverse, poi, sono state le interpretazioni più recenti sulla loro origine, raccolte nel saggio di Dora Sallay del 2006 su Giovanni di Paolo, "Un Crocifisso in meno, una Crocifissione in più". (di Paolo Martini) —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)