Pubblicato il: 25/10/2014 alle 07:27
Katia La Placa
Confisca di beni per un valore di oltre 11 milioni di euro a Maria Antonietta Dell’Edera e alla figlia Katia La Placa, di Resuttano. Duro colpo, quello inferto dai finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria e del Gico del nucleo di Polizia tributaria di Caltanissetta, che hanno confiscato diverse unità immobiliari tra cui 2 ville di lusso a Resuttano e Villasanta in provincia di Monza-Brianza, terreni per 250 ettari ricadenti nelle provincie di Palermo, Enna e Caltanissetta, 2 aziende agricole a Resuttano , 1 società di vendite all’ingrosso con sede a Napoli, quote e partecipazioni societarie, conti correnti e disponibilità finanziarie, presso istituti di credito di Roma, Milano, Palermo e Caltanissetta, oltre a decine di mezzi e macchine agricole, nonché 200 capi di bestiame e 50 tonnellate tra sementi e mangimi.
Un immenso patrimonio stimato in un valore di oltre 11 milioni di euro. Con la confisca, disposta dal Tribunale di Caltanissetta, sezione Misure di prevenzione, prosegue l’iter giudiziario iniziato nel mese di febbraio dell’anno 2012, con l’esecuzione del decreto di sequestro emesso, al sensi della normativa antimafia, dal Tribunale di Caltanissetta, a seguito della proposta per l’irrogazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale avanzata dalla Procura della Repubblica nei confronti di madre e figlia, eredi dell'allevatore resuttanese Vincenzo La Placa.
La Placa, deceduto nel 2009, dagli anni ’70 e fino alla sua morte è stato coinvolto in molteplici procedimenti penali per associazione a delinquere, riciclaggio, furto, ricettazione, percosse, minacce, danneggiamento, falso, truffa, peculato, commercio di sostanze alimentari nocive, abusi edilizi e reati fiscali ed ambientali.
La villa sequestrata in BrianzaInoltre, diversi collaboratori di giustizia lo hanno indicato come un “cane sciolto” che, pur non appartenendo a nessuna famiglia mafiosa, è stato capace di intrattenere rapporti affaristici con gli altri ambienti malavitosi. Madre e figlia sono state arrestate due anni e mezzo fa dalla Polizia Stradale di Caltanissetta, che ha indagato su un traffico illecito di mezzi pesanti – camion e trattori – sull'asse Sicilia-Lombardia. Un business a nove zeri che, secondo gli inquirenti, avrebbe permesso di accumulare ingenti capitali.
“La complessa e laboriosa attività d’indagine corredata da articolati accertamenti economico-patrimoniali, sotto la direzione ed il coordinamento della DDA di Caltanissetta, iniziata nel mese di gennaio 2012 – spiega in una nota il comando della GDF nissena – si è concretizzata con l’accertamento di una netta sperequazione tra i redditi dichiarati dalle due donne e l’incremento patrimoniale ricostruito”.