Pubblicato il: 01/04/2014 alle 10:58
Nessuna operazione bancaria sospetta per la trattativa relativa all'acquisto di un immobile a Cagliari. Così hanno sentenziato i giudici del Tribunale di Caltanissetta, che ieri hanno dichiarato prescritto il reato di cessione fittizia di denaro al costruttore nisseno Pietro Di Vincenzo – ex presidente di Assindustria Caltanissetta e dell'Ance Sicilia – per il quale la Procura chiedeva la condanna a 2 anni. Per assolti, perché il fatto non sussiste, due dipendenti della società “Di Vincenzo Spa”, Davide Abbate – ex amministratore della ditta – ed Eugenio Candura, un funzionario del Credito Siciliano Carlo Michele La Fisca e l'amministratrice della ditta “Iuno”, Salvatrice Benintende, nei confronti dei quali il pm Giovanni Di Leo chiedeva la condanna a 3 anni ciascuno. Secondo la tesi dell'accusa, Di Vincenzo avrebbe messo a disposizione 30mila euro per completare la cessione dell'immobile di Cagliari dalla sua società alla Iuno. Un affare dal valore di 240mila euro che sarebbe servito – secondo i magistrati nisseni – ad impedire che l'immobile venisse sequestrato e che l'acquisto sarebbe avvenuto con soldi puliti, mentre gli inquirenti hanno ipotizzato che si trattasse di fondi neri creati dal costruttore. Ma i giudici hanno sancito che non v'è stato nessuna irregolarità nell'iter, scagionando completamente i manager e il bancario, e dichiarando estinti i reati a carico di Di Vincenzo.