Pubblicato il: 07/04/2020 alle 16:21
L’emergenza Coronavirus ha mostrato il nervo scoperto della carenza di medici nelle strutture ospedaliere del Sistema sanitario nazionale. Un deficit che potrà essere colmato nei prossimi anni grazie alla formazione di nuovi camici bianchi e all’aumento delle borse per le Specializzazioni mediche. Le recenti ordinanze del Cosiglio di Stato, che accolgono i ricorsi e dispongono l'immatricolazione di centinaia di studenti, confermano quanto denunciato negli anni dallo studio legale Leone-Fell che ha patrocinato e vinto i ricorsi collettivi degli ultimi anni, denunciando l’errato calcolo del fabbisogno proposto dal Miur. Secondo i legali, infatti, il Ministero avrebbe gonfiato i numeri includendo pensionati e specializzandi nel conteggio finale dei medici in servizio, abbassando così il fabbisogno di futuri medici da impiegare nel Sistema, e non avrebbe tenuto conto delle reali capacità ricettive degli atenei, continuando a calare il numero dei posti da mettere a bando.
Secondo i giudici del Consiglio di Stato che hanno analizzato la class-action, “il ricorso in esame si rivela ammissibile in relazione al dedotto vizio di sottostima o inadeguatezza dell’offerta formativa”.
“Considerato – scrivono i giudici – che non è più ipotizzabile un problema di minore o insufficiente offerta formativa per inadeguata ricettività strutturale, dal momento che è ormai esplicitamente consentita una più efficace ed economica didattica a distanza, utile a sostituire, almeno per i primi quattro anni del corso di laurea, se unita ad idonea dotazione tecnologica, la frequenza alle lezioni ed alle esercitazioni svolte in modalità frontale: le Università, in particolare, sono autorizzate a predisporre corsi ed esami on-line, e non solo per il periodo dell’emergenza “Covid-19” (v. infatti il DPCM 4 marzo 2020, art. 1 lett. h, secondo cui, “nelle Università e nelle Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, per tutta la durata della sospensione, le attività didattiche o curriculari possono essere svolte, ove possibile, con modalità a distanza, individuate dalle medesime Università e Istituzioni, avuto particolare riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità; le Università e le Istituzioni, successivamente al ripristino dell'ordinaria funzionalità, assicurano, laddove ritenuto necessario ed in ogni caso individuandone le relative modalità, il recupero delle attività formative nonché di quelle curriculari ovvero di ogni altra prova o verifica, anche intermedia, che risultino funzionali al completamento del percorso didattico”; il D.P.C.M. 8 marzo 2020 art. 2 lett. h, secondo cui “sono sospesi fino al 15 marzo 2020 …. la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università … ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza”; il D.L. 17 marzo 2020, n. 18, art. 120, sul finanziamento delle “Piattaforme per la didattica a distanza”).
“I recenti accoglimenti non fanno altro che confermare quanto da noi denunciato negli ultimi anni – dichiarano Francesco Leone, Simona Fell, Floriana Barbata e Ciro Catalano, soci fondatori dello studio legale Leone-Fell, prima law firm in Italia per numero di ricorsi. L’emergenza Coronavirus ha purtroppo evidenziato l’estrema crisi del nostro sistema sanitario e la mancanza di medici e specialisti nelle nostre strutture. Ci auguriamo che il Governo abbia finalmente capito che sulla sanità è necessario investire e non effettuare tagli indiscriminati, a partire dal sistema universitario che da oggi dovrà formare una classe medica pronta, anche numericamente, ad affrontare emergenze inaspettate”.
Stesso discorso anche per le Specializzazioni mediche che necessitano un aumento di borse per non incorrere in un imbuto formativo che crei solo laureati in Medicina e non specialisti di cui le corsie hanno reale necessità. Anche in questo campo, le denunce fatte negli anni hanno trovato accoglimento al Consiglio di Stato.