Pubblicato il: 25/06/2014 alle 15:59
“Dopo i tanti proclami del Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta circa l'abolizione delle Province , oggi il rischio che corriamo è quello di vedere nel giro di qualche mese la rinascita delle province sotto un'altra veste ma nella sostanza con le stesse prerogative e funzioni. Risultato del pasticcio legislativo che prevede che le nove province regionali vengano sostituite da altrettanti Liberi consorzi di Comuni, con la possibilità di crearne di nuovi entro sei mesi, purché raggruppino almeno una popolazione di 180 mila abitanti”.
Inizia con questa considerazione l'analisi del commercialista nisseno Salvatore Vigorini, designato assessore dal candidato a sindaco Sergio Iacona alle ultime Amministrative, che critica la riforma delle Province isolane varata dal Governo regionale e le ripercussioni che potrebbe avere sugli assetti di Caltanissetta e che ha già provocato il “distacco” del Consiglio comunale di Gela che ha chiesto di aderire al Libero consorzio dei comuni di Catania anche se si attende il referendum popolare.
“La riforma prevede altresì che gli organismi di governo dei nascenti Consorzi di Comuni vengano eletti in seno all'Assemblea dei Comuni che fanno parte del consorzio, togliendo ai cittadini il potere di scelta e controllo. Ad oggi si rimane in attesa dell'approvazione di una apposita legge regionale che regolamenti l'elezione degli organismi di governo e che stabilisca funzioni e poteri dei liberi consorzi – aggiunge Totò Vigorini -. In buona sostanza il Presidente Crocetta ha operato in modo inverso preoccupandosi prima di abolire frettolosamente le province per poter fare uno dei soliti proclami populistici che caratterizzano la sua azione politica, rinviando ad altra data la definizione delle competenze dei liberi consorzi di comuni nonché l'elezione dei rispettivi organi di governo. Diciamo che peggio di così non si poteva fare con il risultato di aver fatto sprofondare la Sicilia nell'assoluta incertezza amministrativa mentre il nostro Presidente fa proclami in tv e porta a casa un risultato storico per un Gelese, quello di aver creato le condizioni legislative per consentire a Gela di porre fine alla sua convivenza forzata e tanto indigesta con Caltanissetta. Sembrerebbe quasi che a Crocetta possa bastare l' aver consegnato ai suoi concittadini un risultato storico. Per il resto c'è tempo, vedremo.
Secondo il professionista nisseno “mentre il Presidente Crocetta ha messo in atto questo suo “ capolavoro” di disgregazione territoriale, sociale ed economica, la politica regionale è stata in silenzio con atti di connivenza politica angosciante ed inspiegabile.
In questa situazione surreale di cui sembrerebbe dover pagare il prezzo maggiore proprio la provincia di Caltanissetta, finalmente il neo eletto sindaco di Caltanissetta Giovanni Ruvolo sembra dare segnali di risveglio preannunciando la partecipazioni ad una serie di incontri programmati con tutti i sindaci della vecchia Provincia di Caltanissetta per avviare un'azione unitaria rispetto alla futura costituzione del Libero Consorzio di Caltanissetta.
Mi pongo una serie di argomentazioni che non vogliono tradursi in sterile polemica ma che possono rivelarsi utili ai fini di un costruttivo dibattito. Che strada percorrerà il nostro sindaco ? Sì, perché il sindaco Ruvolo oggi si trova di fronte ad un bivio e la scelta che deve compiere è davvero complessa. Dovrà scegliere se percorre la strada del primo cittadino, che con il giusto distacco rispetto alla politica partitica , chiama a raccolta tutti i concittadini nisseni guidandoli verso la scelta migliore per salvaguardare l'identità di Caltanissetta e la sua riaffermazione nel ruolo di capofila, con gli ovvi vantaggi che questo comporterebbe, oppure deve iniziare a svolgere il ruolo di mediatore tra le diverse componenti politiche. Certo, la seconda strada appare la più difficile dal momento che il Sindaco è stato eletto ed è sostenuto in consiglio comunale dalla stessa maggioranza politica che a Palermo ha consentito a Crocetta di arrivare fin qui. Quella stessa maggioranza politica che sul tema continua a stare in silenzio e latitare in modo sconcertante magari in attesa che si definisca anche un altro importante tassello, la divisione dei collegi elettorali in funzione della prossima legge elettorale per le elezioni politiche e in funzione della nascita dei nuovi Consorzi. Allora da semplice cittadino mi sento di dare un consiglio al Sindaco Ruvolo, invitandolo a non indugiare, e nell'attesa che la politica e i partiti si risveglino dal loro silenzio rispetto a questo tema, coinvolgere tutti i cittadini rispetto alle scelte da intraprendere. Il sindaco – conclude Salvatore Vigorini – dovra' risvegliare in tutti quanti noi quel sano campanilismo che ci porti a pretendere a gran voce un ruolo primario per la nostra città, un ruolo che si deve riaffermare sulla base di fatti concreti, sulla base della nostra storia e della nostra tradizione. Allora, siccome non è il caso di seguire i cattivi esempi promuovendo anche noi un referendum popolare sul tema (Gela), ma piuttosto il buon esempio di chi si sta già mobilitando per evitare fenomeni di marginalizzazione (Enna), perchè non promuovere momenti di pubblico confronto in seno ai quali discutere il futuro della città e aperti a tutti quei cittadini e a quelle forze politiche che non voglio caratterizzarsi per il proprio connivente silenzio ma per la propria nissenità”.