Pubblicato il: 27/08/2013 alle 09:25
Taglio di un ulteriore 20% di auto blu, assunzione di 1000 vigili del fuoco e di 120 esperti per la spesa comunitaria, una norma che obbliga ad assumere tutti i vincitori di concorso, riordino della pubblica amministrazione con stabilizzazione dei precari attraverso una riserva del 50% nei concorsi ma solo dopo una rigorosa selezione e verifica dei requisiti e assunzioni anche per i testimoni di giustizia.
Sono gli elementi centrali del decreto legge e della legge di riordino della pubblica amministrazione che è stata approvata dal consiglio dei Ministri di ieri sera. “Con le disposizione che introduciamo si prevede che il contratto tipico prevalente sia il contratto a tempo indeterminato – ha spiegato il ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione, Gianpiero D’Alia – mai più contratti a termine che non siano eccezionali e temporanei perché temporanea è la prestazione richiesta oggi l’uso e il ricorso del precariato nella pubblica amministrazione è diventato una scorciatoia rispetto al concorso pubblico. Chiunque faccia contratti a termine fuori dai casi eccezionali previsti da queste disposizioni sappia che firmerà contratti nulli.
Sulle norme per stabilizzare i precari ha, poi, precisato “Prevediamo procedure selettive perché si scelgano tra coloro i quali hanno contratti a termine di almeno tre anni nell’ambito dell’ultimo quinquennio nella pubblica amministrazione i migliori – ha concluso D’Alia parlando dei precari – e lo si fa attraverso procedure selettive”.
Una norma fortemente temuta proprio dai precari siciliani che, secondo i conteggi fatti dai sindacati di base, rischia di lasciare fuori almeno un terzo dei precari storici. Sono 22 mila i precari della Pubblica amministrazione siciliana e 8000 potrebbero restare a casa alla scadenza del contratto prevista per il 31 dicembre.
Il riordino prevede anche il taglio delle consulenze che, unito alla nuova riduzione di auto blu, dovrebbe permettere un risparmio di 2 miliardi e 200 milioni di euro.
La scure torna ad abbattersi anche sulle società partecipate ”Con il decreto abbiamo introdotto norme per razionalizzare il sistema – ha detto ancora D’Alia – con le quali si obbligano tutte le amministrazioni a censire i costi del personale sulle società partecipate che sono diventate uno strumento troppo facile e comodo per aumentare il livello della spesa pubblica ed eludere le regole concorsuali. All’esito del censimento interverremo con alcune misure strutturali”.