Pubblicato il: 28/03/2014 alle 10:40
Continua la rubrica di prevenzione e primo soccorso che Seguonews ha avviato con la collaborazione preziosa del centro formazione della Croce Rossa di Caltanissetta.
Questa settimana vogliamo esaminare, tenuto conto della stagione e anche del nostro territorio, le riniti allergiche, un fenomeno alquanto fastidioso che coinvolge tantissime persone. La primavera e l’inverno molto mite quest’anno ha porterà ulteriore soprappeso di questo fastidio in quanto la fioritura anticipata di molte piante comporta un’aria atmosferica eccessivamente sovrappesata di pollini di ogni specie. Occorre però un comportamento corretto per gestire questa irritazione, specialmente quando si usano farmaci senza le dovute precauzioni.
Vediamo le principali piante che scatenano il fenomeno anche in riferimento alla nostra regione:le composite, le graminacee, l’olivo, il frassino e le parietarie.
Le composite, una famiglia vastissima che annovera una infinità di generi e specie diffuse in tutto il mondo negli ambienti più disparati: alcune sono ruderali, infestanti e crescono spontaneamente, altre sono coltivate a scopo alimentare (Carciofo, Lattuga), officinale (Camomilla, Piretro), industriale (Girasole, per i suoi semi), o ornamentale (Margherita, Crisantemo, Dalia). I caratteristici fiori (quello della margherita è l'esempio più conosciuto), attirano gli insetti e, gli stessi granuli pollinici, presentando numerose caratteristiche spinule, aderiscono con facilità al loro corpo: si realizza cosi l'impollinazione entomofila. Ovviamente le specie responsabili di allergie sono quelle che, non disponendo di fiori vistosi, disperdono al vento enormi quantità di polline, ed in Europa sono: l'Artemisia o Assenzio, diffusa in luoghi ruderali, il Tarassaco o soffione o Dente di leone che, con la caratteristica infruttescenza sferica, è protagonista di numerosi spot pubblicitari e altre meno conosciute. Negli ultimi anni, in Europa, abbiamo assistito alla crescita di una nuova pianta infestante, l'ambrosia, una composita americana, i cui semi sono pervenuti in Europa insieme alle granaglie che gli USA per decenni anno fornito ai paesi dell'Europa orientale.
Le graminacee costituiscono una famiglia di pinate diffusissime su tutta la terra (9000 specie) e costituiscono la principale componente erbacea di svariati ambienti: praterie, savane, steppe, pascoli, prati, terreni incolti, scarpate, margini delle strade, sopravvivendo in condizioni climatiche estremamente variabili dal mare ai monti, dalla fascia sub-polare all'equatore. Sono in assoluto le prime al mondo come agenti di allergopatia: così che gli anglosassoni usano il termine febbre da fieno (fieno costituito da queste erbe) per definire genericamente le pollinosi. Comprendono le comuni gramigne, tutti i cereali, le canne e tante altre specie, anche di importanza agraria ed economica: alimento per uomini e animali, preparazione di bevande alcoliche, preparazione di amido e zucchero: insomma tutte le piante con spighe, pannocchie, ciuffi o pennacchi. Nella fascia mediterranea le Graminacee pollinano tra Aprile e Giugno. Spostandosi verso Nord o in salendo in montagna la pollinazione ritarda di qualche settimana e si protrae nei primi mesi estivi. Il polline, di dimensioni medio/grandi, è responsabile di oculonniti e più raramente di forme asmatiche.
L'olivo, con la Parietaria, costituisce la specie vegetale maggiormente responsabile di allergie nell'area mediterranea. Quest'albero, che sin dall'antichità ha avuto un valore economico rilevante per la produzione dell'olio di oliva, è stato così introdotto in Nord America (Arizona e California), Sud America (Argentina e Cile), Sud Africa e Australia, aree dove inverni miti ed estati caldefavoriscono la sua crescita. Della stessa famiglia, le Oleacee, fanno parte anche il Frassino, conosciuto per il suo legno pregiato e l'estrazione della Manna (costoso lassativo di qualità usato fino a qualche decennio fa nelle aree rurali), il Ligustro, pianta ornamentale coltivata a mo' di siepe o bordura, ma anche Lillà e Gelsomino, piante ornamentali per fortuna non responsabili di allergie. L'interesse clinico è dovuto alla copiosa produzione di polline (con picchi anche di 300/500 e più pollini/ m3 d'aria) e alla sua particolare aggressività; per fortuna il periodo di pollinazione non è molto lungo nell'area mediterranea va da metà Aprile a fine Maggio. Una caratteristica dell'olivo e l'alternanza, che contadini, produttori e proprietari conoscono bene, e che consiste in un'annata (o biennio) di alta produzione di olive seguita da un'altra di scarsa produttività. Questo fenomeno, legato ovviamente ad un'alternanza pollinica è causa anche negli allergici del succedersi di primavere con sintomi più intensi con altre meno fastidiose. Ricordiamo infine il particolare ritmo circadiano dell'Olivo che a differenza delle altre specie vegetali non raggiunge il picco di pollinazione in tarda giornata, ma durante le prime ore del mattino. Il polline dell'Olivo è caratteristico: ha forma lievemente ellittica con tre lunghi solchi sulla superficie reticolata. I pazienti allergici all'olivo accusano fastidiose rino-congiuntiviti e raramente sintomatologia asmatica; non sono numerosi i soggetti monosensibili ma frequente è il singolare riscontro di pazienti pollinosici solo all'olivo e contemporaneamente anche allergici agli Acari.
La pollinosi da parietaria riveste grande importanza in Italia e in tutto il bacino del Mediterraneo. La Parietaria Officinalis e la Parietaria Judaica, più comune quest'ultima nelle aree non distanti dal mare, appartengono alla famiglia delle Urticacee, (come anche le comuni Ortiche, il Gelso e il Fico) e assumono di regione in regione diversi nomi: in Sicilia erba di vento, in altre zone d'Italia: erba della Madonna, erba vetriolo (perche anticamente usata per lavare l'interno di fiaschi, damigiane e bottiglie), erba muraiola. Per crescere infatti necessita di terreni ricchi di sali minerali: la si trova quindi in luoghi incolti vicino a ruderi, tra le crepe dei vecchi muri e presso le abitazioni; troveremo sempre la Parietaria tra pietra (o tufo) e terra, alle basi dei muri; difficilmente a contatto con asfalto e cemento, più all'interno delle aiuole che sotto i marciapiedi, più nei vecchi centri storici che tra il cemento delle nuove aree urbane. Si può incontrare sia in pianura che in collina, ma non oltre i 900 metri. La pianta, alta 30-70 cm, è costituita da piccoli fusti cilindrici giallo rossastri e da foglioline lanceolate provviste di peli urticanti. In primavera, gli stami, ripiegati all'interno del fiore, si distendono a scatto e lanciano una nuvoletta di polline. Oltre ad avere una grandissima diffusione, la Parietaria ha un lungo periodo di pollinazione: ne ritroviamo il polline nell'aria quasi tutto l'anno, tranne che in piena estate o in pieno inverno. Il picco massimo di pollinazione si raggiunge nel periodo Febbraio-Apule ed e molto variabile (300-1000 granuli per m3 d'aria nelle zone molto ventose. 2000 e più nei centri storici delle città). II granulo pollinico, inoltre, riesce a penetrare m profondità nelle vie aeree perchè è molto piccolo: 13-25 micron (1micron=1 millesimo di mm) ‘ questo polline e cosi responsabile non solo di no-congiuntiviti, ma pure di forme asmatiche anche gravi. Il ritmo circadiano della pollinazione raggiunge il picco nelle ore più calde per diminuire nelle ore notturne, ciò e responsabile di un parallelo comportamento dei sintomi durante le giornate.
Consigli utili e cosa NON fare mai: Conoscere le piante che liberano i pollini causa della propria allergia ed il calendario di impollinazione. Queste piante hanno generalmente una impollinazione anemofila cioè, non avendo fiori vistosi e quindi non potendo attrarre gli insetti, disperdono al vento grandi quantità di polline.
Durante il periodo critico: Ridurre al massimo il tempo percorso all'aperto, specialmente in presenza delle condizioni ideali di impollinazione: 25-30 gradi di temperatura; vento con velocità di 5-15 Km/h; umidità 60-90%; giornate soleggiate: evitare quindi le gite nelle ore mattutine, soprattutto nei giorni di sole, con vento e tempo secco.
Viaggiare in auto con i finestrini chiusi e non andare in motorino o in bicicletta; non andare in campagna ed evitare accuratamente i luoghi in cui l'erba è stata tagliata da poco.
Tenere le finestre di casa chiuse o aprirle solo tra le 22.00 e le 04.00 usare i condizionatori. Nei periodi critici cercare di passare alcuni giorni di vacanza in zone marine o di alta montagna: infatti a 600/1000 metri di quota le stesse piante liberano i pollini circa un mese più tardi rispetto alla pianura.
Nel periodo in cui i sintomi sono più forti bisognerebbe praticare sport preferibilmente in luoghi chiusi: palestre, piscine coperte, ecc. Evitare comunque il contatto con polveri e con peli di animali domestici.
Nota Bene: Seguire scrupolosamente le istruzioni dello specialista sull'uso dei farmaci antiallergici necessari per la cura della malattia.Attenzione alle ore successive alla pioggia: è dimostrato che la pioggia frantuma il polline di una miriade di particelle che mantenendo intatto il loro potere allergizzante e trasportate dal vento raggiungono più in profondità le vie aeree.
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