Pubblicato il: 06/08/2022 alle 10:59
“A distanza di un anno torniamo a denunciare come non vi sia da parte della Regione Siciliana alcuna effettiva presa di responsabilità in merito al ritardo accumulato dai pagamenti delle fatture delle imprese edili. Un anno fa come oggi stiamo attendendo la rendicontazione dei residui attivi e passivi, e un anno fa come oggi nessuno si assume l’onere di questo protrarsi dei termini che danneggia e mortifica le imprese”. Ad intervenire con una nota congiunta sono il presidente di Ance Agrigento Carmelo Salamone e Ance Caltanissetta Claudio Mingoia.
“Accade, ormai in modo consolidato, – continuano – che le aziende edili lavorino per un intero anno senza veder corrisposto alcunché, sperando che nei mesi estivi vi siano abbastanza persone al lavoro negli uffici regionali per provvedere alla liquidazione di qualche fattura. Abbiamo collezionato in questi mesi annunci e promesse, garanzie di ogni tipo: l’impegno dell’ormai uscente assessore Gaetano Armao era che quest’anno non si sarebbero riproposti i problemi connessi – si dice – proprio al riaccertamento dei residui. Ovviamente non è stato così. Quello che ci chiediamo è: che senso ha continuare a sbandierare l’aggiudicazione di cantieri pubblici se poi non si pagano le aziende?”.
I presidenti Salamone e Mingoia, inoltre, evidenziano come oggi in Sicilia si registri un’ulteriore beffa nei confronti delle aziende connessa al cosiddetto “Decreto aiuti”, che prevederebbe il pagamento di somme che consentano di compensare il caro materiali. “Ad oggi tutti – dicono – ci risulta che le certificazioni da parte degli enti locali siano pronte, ma si attendono non meglio precisate delucidazioni. Chi dovrebbe fornirle non è chiaro, e l’effetto è che ovviamente non si provvede a versare gli importi alle aziende, con il rischio che il fondo nazionale termini perché ne stanno attingendo altre regioni”. Con le dimissioni del presidente della Regione e il successivo scioglimento del Governo Regionale, concludono Salamone e Mingoia, “si auspica che il venir meno della governance politica possa risolvere l’attuale situazione di stallo. Certamente i dirigenti regionali saranno in condizione, perché preparati, di risolvere questa situazione assurda”.