Pubblicato il: 04/11/2017 alle 17:08
Una ragazzina viene adescata in chat su Facebook. Ha appena 14 anni. Non è la prima e non sarà l'ultima. Tanto che gli inquirenti lanciano l'allarme: sono tante le indagini e i processi in corso che raccontano di giovanissime che cadono nel tranello sui social. I magistrati nei hanno parlato anche nei licei. Spesso gli aguzzini si vendono con identità false. Mentono su età, nome e cognome. Mettono foto del profilo false, in cui sembrano persone affidabili. In realtà sono solo orchi.
E quello della violenza in un parco sulla Collatina è solo l'ultimo episodio. Gli aguzzini, in questo caso, sono anche loro molto giovani. Nati in Italia da famiglie di origini bosniache, vivono in un campo rom della capitale. Entrambi accusati di violenza sessuale di gruppo e sequestro di persona, i due hanno nomi molto diffusi nella comunità rom della capitale. Il 21enne si chiama Mario Seferovic (nella foto), come i suoi coetanei arrestati per il rogo del camper a Centocelle in cui a maggio morirono tre sorelline. L'amico, Maikon Bilomante Halilovic, 20 anni, ha, invece, lo stesso cognome delle piccole vittime. Agli inquirenti non risulta alcuna parentela.
Questa volta non ci sono false identità. Ci sono una ragazzina e un ragazzo che fanno amicizia via web e poi si conoscono nella vita reale. Lui su Fb si chiama "Alessio il Sinto", sembra simpatico e millanta parentele con i Casamonica. La minorenne è affascinata. I rapporti si fanno più stretti, tanto che "Alessio" conosce persino la mamma. Tutto sembra normale. Ma un giorno "Il sinto" convoca la sua vittima in una strada in periferia. Poco distante c'è un bosco al quale si accede da una strettoia. La giovanissima decide di portare un'amica, "Alessio" accetta, per dimostrare la sua buonafede, anche lui porterà un amico, dice. Una volta sul posto, i due spingono le ragazze verso un angolo appartato, usato anche dalle prostitute, le legano con le manette a una recinzione. "Alessio" le violenta a turno. L'amico fa da palo all'inizio del vicolo. Non partecipa, controlla solo che non arrivi nessuno. Una volta finito quell'inferno, Seferovic minaccia le ragazze: "Se parlate ammazzo voi e la vostra famiglia".
Le due, terrorizzate, per quasi un mese non raccontano nulla a casa. Ma l'amica del "Sinto" lo blocca su Facebook. Lui chiama persino la mamma chiedendo la sua intercessione. "Sua figlia non mi vuole più vedere, la convinca lei". Cosa che la madre fa. Qualche giorno più tardi, però, la donna scopre il perché della chiusura totale di sua figlia che, in preda alle lacrime e alla paura, le racconta di quegli orribili momenti. I genitori si precipitano dai carabinieri: i militari conoscono "Alessio il Sinto", ha precedenti per reati contro il patrimonio. Maikon, invece, è incensurato. È giugno. Poco dopo le due giovanissime vengono sentite in audizione protetta dalla procura. Ieri il gip Costantino De Robbio ha disposto i due arresti.
E come sottolinea lo stesso magistrato nell'ordinanza i due giovani hanno agito "con estrema freddezza e
determinazione unite a un'assoluta mancanza di scrupoli e a una non comune ferocia verso le vittime".
Nel provvedimento lungo sei pagine il giudice scrive anche che "il carcere è l'unica misura idonea per impedire il pericolo di inquinamento probatorio viste le minacce di morte rivolte alle minori" perché non rivelassero lo stupro". Intanto nei prossimi giorni, probabilmente lunedì, ci sarà l'interrogatorio di garanzia dei due giovani. (Maria Elena Vincenzi, Repubblica.it – https://roma.repubblica.it/cronaca/2017/11/04/news/roma_adescate_e_stuprate_a_14_anni_l_allarme_dei_pm_attente_alle_chat_-180211730/?ref=RHPPLF-BH-I0-C4-P4-S1.4-T1)