Pubblicato il: 24/06/2013 alle 16:22
Silvio Berlusconi, imputato a Milano per il caso Ruby, è stato condannato a sette anni per entrambi i reati contestati: concussione per costrizione e prostituzione minorile. Il Cavaliere è stato anche interdetto a vita dai pubblici uffici. Lo hanno deciso i giudici con la sentenza di oggi, stabilendo per lui anche l'interdizione legale per la durata della condanna.
Il tribunale di Milano ha inflitto a Silvio Berlusconi una pena più alta di quella richiesta dal pubblico ministero Ilda Boccassini: sette anni, contro i sei richiesti dall'accusa. I giudici hanno disposto la confisca dei beni già sequestrati in passato a Ruby e al suo compagno Luca Rizzo.
I giudici hanno disposto la trasmissione degli atti alla Procura affinché valuti le presunte false testimonianze rese da alcuni testimoni nel corso del dibattimento, tra cui quelle del cantante napoletano Mariano Apicella e del giornalista Carlo Rossella.Kharima el Maroug, in arte Ruby, sarebbe partita per il Messico con il compagno Luca Risso in vacanza. Secondo quanto appreso, la coppia sarebbe già dovuta partire una settimana fa ma ha dovuto procrastinare la partenza per motivi legati al volo. Molteplici e dure le reazioni al verdetto proclamato da tre donne che componevano il collegio giudicante.
“Questa sentenza porta dunque un'altra pietra al monumento della magistratura come contro potere giudicante di chi sia titolato o meno a governare il nostro Paese. Berlusconi è, nonostante tutto, piu' forte di prima”. Lo dice Maria Stella Gelmini, vicecapogruppo vicario Pdl, che aggiunge: “Cresce il numero delle persone che gli sono vicine anche per questa dolorosa persecuzione cha va avanti da venti anni. Il presidente Berlusconi deve sapere che tanti lo stimano sia come persona che come leader”.
“La giustizia del ‘te la faremo pagare', a sentenza senza uno straccio di prova, nonostante la prova generale per una società del ‘grande fratello', e del molto denaro pubblico speso inutilmente in intercettazioni, ha trovato finalmente la sua rappresentazione finale”, aggiunge. “Certa magistratura, a Milano, nel silenzio generale, non amministra la giustizia, bensì l'etica, nonostante le smentite di decine di testimoni e l'assenza di una prova: come accade in ogni teocrazia che si rispetti”, conclude Gelmini. Per l'ex presidente del Senato e attuale capogruppo del Pdl a Palazzo Madama, Renato Schifani, si tratta di “una sentenza abnorme e surreale, con un colpevole e nessuna vittima”.
D'altronde, aspettarsi dal tribunale di Milano una decisione favorevole al presidente Berlusconi è praticamente impossibile – ha aggiunto – Una certa magistratura è capace di negare anche l'evidenza pur di colpire l'avversario politico di sempre. Un'anomalia che esiste soltanto nel nostro Paese, dove alcuni giudici, schierati sempre dalla stessa parte, provano a ribaltare il giudizio chiaro e inequivocabile di dieci milioni di italiani che si riconoscono nel presidente Berlusconi. E che non ne possono piu' di una persecuzione ingiusta e patologica”.
L'avvocato Niccolò Ghedini, uno dei legali dell'ex premier ha dichiarato: “La questione non è se si tratta di una sentenza politica o non politica. Èuna sentenza al di fuori della realtà e al di fuori degli atti processuali. Era una sentenza attesa”, ha concluso il legale.
“Questa sentenza e' uno stupro del diritto in nome della lotta politica per via giudiziaria” ha dichiarato Luca D'Alessandro (Pdl), segretario della commissione Giustizia della Camera.