«Ryanair non riprenderà a volare con obbligo dei posti vuoti alternati». Michael O'Leary, vulcanico amministratore delegato del gruppo Ryanair, mette subito le mani avanti sulla futura ripartenza del settore aereo, messo a terra dall’emergenza coronavirus, bocciando quindi l’ipotesi di tenere vuota la fila centrale di sedili per garantire la distanza di sicurezza sugli aerei.
Secondo il numero uno della low cost irlandese, Ryanair «non può far soldi con un tasso di riempimento del 66%» e lasciare liberi i posti di mezzo «non garantisce comunque una distanza sufficiente», per cui è «un’idea stupida, che non porta a niente».
O'Leary ha anche avvertito il governo irlandese che se introdurrà questa regola, «o pagherà lui per il posto di mezzo oppure semplicemente non si volerà». La compagnia, tra le misure che predilige, è per l’introduzione del controllo obbligatorio della temperatura dei passeggeri e per l’uso delle mascherine.
Il gruppo di Dublino prevede un ritorno alle condizioni del 2019 tra tre anni per il trasporto aereo e, secondo quanto si legge in una lettera indirizzata dal direttore per lo Sviluppo delle Rotte, Neil O'Connor, agli aeroporti italiani, il vettore nel riprendere il servizio, «darà priorità» agli scali che assicureranno «zero tasse (di atterraggio e aeroportuale, ndr)» tra maggio e ottobre, «zero tassa di atterraggio e tassa aeroportuale ridotta del 50%» tra novembre e marzo del 2021 e «tassa aeroportuale ridotta del 50%» tra aprile e ottobre 2021. Per lo stesso periodo Ryanair chiede inoltre che non vi sia «nessuna tassa per le nuove rotte».