Pubblicato il: 26/02/2016 alle 07:58
Rubrica a cura del centro di formazione della Croce Rossa di Caltanissetta
Questa settimana vogliano iniziare l’anno con un’analisi qualitativa di quante bufale circolano sui social network, specie in merito al primo soccorso, alle patologie e alle teorie complottiste che infestano il web.
Uno studio sulla diffusione di voci incontrollate attraverso Facebook mostra come, in assenza di qualsiasi intermediazione, false notizie scientifiche e teorie del complotto tendano a diffondersi in modo virale, facilitate dalla tendenza degli utenti a prestare selettivamente attenzione solo alle informazioni che confermano i propri pregiudizi.
A dispetto dell'enorme massa di notizie a cui si può accedere online, la nostra epoca rischia di caratterizzarsi come “l'era della disinformazione”. Analizzando la diffusione delle notizie nei social media, si scopre che il bassissimo livello di intermediazione nell'accesso alle informazioni facilita lo sviluppo di fenomeni virali in cui trovano ampio spazio numerose voci non confermate.
Un’approfondita analisi quantitativa delle pagine di Facebook, si concentra sui meccanismi di diffusione di due tipi di notizie: quelle scientifiche; e quelle che fanno capo a teorie complottiste di vario tipo oppure notizie che non hanno fondamento scientifico, ma invece sono presentate come tali, per esempio la teoria delle scie chimiche, le false notizie sul legame fra vaccini e autismo, o la notizia secondo cui un'esercitazione militare sul suolo americano denominata “Jade Helm 15” sarebbe stata in realtà un tentativo di colpo di Stato ordito dall’amministrazione Obama.
La notizia ha avuto un'eco tale da indurre il governatore del Texas ad allertare la guardia nazionale.
L’analisi si dà la constatazione che gli utenti tendono a selezionare e condividere i contenuti relativi a uno specifico genere di notizia, secondo uno schema che ricalca il cosiddetto pregiudizio della conferma (confirmationbias): la ricerca esclusiva di ciò che conferma un'idea di cui si è già convinti. Si creano così gruppi solidali su specifici temi e narrazioni che tendono a rafforzarsi e a ignorare tutto il resto: le discussioni spesso degenerano in litigi tra estremisti dell’una o dell’altra visione, con un'ulteriore rafforzamento della polarizzazione.
“molto difficile informare correttamente, e fermare una notizia infondata diventa praticamente impossibile.”
I ricercatori hanno inoltre scoperto che i vari gruppi, pur mostrando omogeneità rispetto ai contenuti di interesse, sono caratterizzati da dinamiche differenti di diffusione delle notizie. Per esempio, le teorie complottiste si diffondono più lentamente delle voci di interesse scientifico, ma – a differenza di queste ultime – maggiore è la loro vita più ampia è la loro diffusione e l'interesse che suscitano.
Ribadiamo, la Croce Rossa è impegnata 365 giorni l’anno per l’educazione sanitaria, siamo sempre a disposizione a dialogare, informare e formare le persone che non credono alla verità da tastiera.
Per approfondire: Prevenzione e primo soccorso: i suggerimenti del Centro Formazione della Croce Rossa di Caltanissetta