Pubblicato il: 28/11/2020 alle 17:11
Per Dieguito si sono spesi fiumi di parole e si sono aperte polemiche, anche aspre e dure.
È stato senza dubbio il calciatore che ha segnato un'epoca, che ha appassionato anche chi non ama il calcio, per il suo estro, la sua fantasia, la sua genialità.
I suoi goal facevano esultare anche i tifosi avversari: sembrava che il "dio del calcio" abbia voluto dimostrare di avere infuso in lui tutta la sua grandezza, la sua maestria, il soprannaturale
Napoli lo ha esaltato e lui ha esaltato Napoli. L’incontro con Napoli ha acceso il grande amore fatto di felicità, condivisione, riscatto, riconoscimento, sregolatezza, contradizioni, passione, accoglienza, incomprensioni.
Dieguito è stato l’eroe e l’idolo del popolo delle periferie: è stato uno di loro!
Persino Papa Francesco lo ha voluto abbracciare in un incontro filiale.
Dieguito ha il grande merito di aver rappresentato, forse involontariamente, I Sud e le periferie del mondo, i disperati, i diseredati, i poveri; gli emarginati di tutto il mondo si esaltavano seguendo le sue gesta calcistiche, vedevano in lui il loro riscatto, la possibilità di uscire fuori dal degrado e dalla miseria.
I Napoletani più poveri, quelli che non si commuovono nè si esaltano, perché hanno perso ormai ogni speranza, riuscivano a gioire, trovavano nei goal di Maradona motivo di felicità, breve, brevissima ma mai provata prima; ballavano, cantavano, uscivano per le strade e le piazze per un attimo di felicità.
Al di là di ogni considerazione calcistica o umana, al di là di ogni esaltazione o critica feroce, Dieguito è stato, non sappiamo se consciamente o no, il poeta, l'animatore," il Pibe de Oro " di tutti i Sud e le periferie del mondo.
Ci piace ricordarlo così, accanto ai più poveri e ai più diseredati, che però per lui e per i suoi goal erano capaci ancora di esaltarsi e piangere di gioia.
Salvatore Giunta