“Devi restituire i soldi ad Angelo e Riccardo altrimenti da qui non andiamo via”. E’ con queste parole che due dei cinque arrestati dai carabinieri della tenenza di San Cataldo, il 19 agosto scorso, avrebbero intimato alla titolare di un’agenzia di viaggi e alle due dipendenti che si trovavano all’interno del negozio, di riavere i soldi versati per una crociera poi cancellata. E al loro diniego, insieme ad altri tre avrebbero “ripulito” i locali dell’agenzia di viaggi di quanto contenuto all’interno. I cinque, Alessio Pasquale Cordaro, 32 anni, Marco Antonio Pisella, 40 anni, Roberta Cipro, 31 anni, Riccardo Calì, 31 anni, e Luigi Michaele Caruso, 36 anni, sono stati arrestati con l’accusa di rapina aggravata in concorso.
Soltanto Cordaro è stato condotto in carcere mentre per gli altri quattro sono stati disposti i domiciliari. Secondo quanto testimoniato dalle vittime, e in seguito ricostruito dagli investigatori, Cordaro avrebbe preteso la restituzione dei soldi versati dagli amici all’agenzia e quando si è sentito dire dalla titolare che non aveva disponibilità contante avrebbe replicato: “Allora ci portiamo qualcosa e quando ci restituisci i soldi te la diamo indietro”. E dalle parole i cinque sarebbero passati ai fatti tanto che nel pomeriggio dello stesso giorno avrebbero portato via un ventilatore, un frigorifero, una stampante, una TV, un computer fisso, dodici modellini di varie dimensioni di navi da crociera, tre orologi, un case di PC, un telefono fisso e una stampante, per un valore complessivo pari a circa 3.000 euro, caricandola su un furgone, e dandosi successivamente alla fuga.
La titolare dell’agenzia ad un certo punto avrebbe anche provato a prendere il telefono per avvertire i carabinieri ma subito sarebbe stata fermata dal Cordaro che prendendola da un polso le faceva posare l’apparecchio intimando alle altre due donne presenti di non azzardarsi a comporre il numero di emergenza. Il tutto sarebbe avvenuto alla presenza di alcuni clienti dell’agenzia. I fatti descritti avrebbero trovato riscontro anche dalla visione delle immagini di videosorveglianza. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Gianluca Amico e Sergio Messina.