Pubblicato il: 18/08/2021 alle 11:34
Giovedì 20 agosto il Giardino del nespolo del Teatro d’essai La Condotta con sede in San Cataldo C.so Vittorio Emanuele 10, ospita lo spettacolo “Didone Didon/Now”, scritto dalla drammaturga Lina Prosa e portato in scena dal regista Andrea Saitta (vincitore del premio Fantasio a Trento per la sua Locandiera, esprit de pomme de terre). In scena ci saranno Elisa Di Dio, attrice della Compagnia dell’Arpa, che produce lo spettacolo, affiancata da Virgilio Rattoballi, attore, danzatore e acrobata, capace di raccontare, attraverso i movimenti del corpo, i viaggi di Enea, fra presunte volontà di dei, smarrimenti amorosi e inganni della coscienza.
Organizzatori della rassegna, che ha in cartellone da luglio a metà settembre oltre quindici spettacoli tutti di notevole spessore artistico, il Teatro d’essai La Condotta il cui direttore artistico è Michele Celeste, e la Rete siciliana di drammaturgia contemporanea Latitudini presieduta da Gigi Spedale. L’ingresso in giardino sarà possibile dalle ore 20,30 alle 21,15 (si può usufruire del servizio bar riservato), la partecipazione è riservata ai Soci del Circolo La Condotta in possesso di green pass o di certificazione di avvenuto tampone negativo. Per diventare Soci occorre farne preventiva richiesta, mentre la partecipazione allo spettacolo potrà avvenire tramite prenotazione. Contatti WhatsApp al cell 338 1121631 oppure online www.teatrolacondotta.it [compilare il modulo] la partecipazione prevede un contributo economico di € 10 inclusa la tessera.
La Didone immaginata da Lina Prosa è la donna giusta per raccontare questo tempo apatico, e insieme crudele, che ci sta toccando vivere. È una “pellegrina e capa”, in fuga dalla crudeltà del potere, che trascina dietro di sé un popolo nel passaggio dalle terre di Tiro all’Africa, e qui riesce a diventare interlocutrice alla pari di Iarba, capo della popolazione guerriera dei Numidi. Con sé ha una pelle di bue, da quella ritaglia il perimetro di una nuova città. Ma perde se stessa, a pezzi, pelle su pelle, per amore. E così, una che non ha avuto paura del fratello omicida, delle insidie del viaggio, dell’incontro con nuovi popoli guerrieri, alla fine trova il coraggio di buttarsi con ingenua caparbietà in una storia d’amore che subito lascia intuire il germe della catastrofe e dell’abbandono. L'amore si chiama Enea, e in lui Didone conosce il suo destino.
Con lui crede di potere intraprendere un nuovo viaggio, ma non ha fatto i conti con la ferocia della ragione politica, con disegni forse divini, con i dubbi del suo amante, e soprattutto con l'antica Didone, che le ricorda che il fuoco è origine e soluzione al suo smarrirsi in un attimo. Di questa donna contraddittoria, bambina, regina, pazza e saggia, hanno scritto tutti i più grandi poeti: da Ovidio a Dante, da Virgilio a Catullo e Ungaretti.
Scene e costumi di Luca Manuli, le musiche sono di Michele Di Leonardo.