Pubblicato il: 05/03/2024 alle 11:29
(Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia) Tre richieste di condanna per il pestaggio di un ragazzino tenuto in ostaggio in un garage. Queste le proposte avanzate ieri dalla procura al processo a un gruppetto di giovani accusato di avere riempito di botte un sedicenne sancataldese per un presunto sfottò. Per oltre mezz’ora sarebbe stato picchiato in quel box di via Mimiani, a San Cataldo.
Locale che sarebbe appartenuto ad uno dei tre imputati, il ventiseienne Mattya Pennino per il quale, così come per un suo coetaneo, Salvatore Lazzara , sono stati chiesti 4 anni e 6 mesi di reclusione ciascuno, mentre per un terzo giovane, il ventisettenne Riccardo Panzarella, sono stati proposti dal pubblico ministero 6 anni di carcere. Queste le richieste girate ieri al tribunale presieduto da Francesco D’Arrigo a carico del terzetto (difeso dagli avvocati Massimiliano Bellini, Gianluca Amico e Manlio Miraglia) accusato di sequestro di persona aggravato e lesioni personali gravissime, con l’aggravante di avere agito per motivi abietti e futili.
Alle richieste di condanna s’è rifatta anche la parte civile, i genitori del ragazzo picchiato (assistiti dall’avvocatessa Maria Francesca Assennato) nel chiedere anche un risarcimento dei danni. Questo il quadro complessivo su cui, il Collegio giudicante, sarà chiamato a pronunciarsi. Per una vicenda, dai contorni più che violenti, che s’è consumata la sera del 21 gennaio di sette anni fa in un H24 di San Cataldo. Tutto perché una risata del ragazzino, poi a lungo malmenato sarebbe stato inteso come una sorta di sfottò a un altro gruppetto di ragazzi che in quel momento era entrato nello stesso bar automatizzato con dispenser.
Così lo avrebbero trascinato a forza in un vicino garage e, lì, sarebbe iniziato un incubo andato avanti per una trentina di minuti e forse più. Secondo la ricostruzione dell’accusa, mentre gli altri due avrebbero bloccato il sedicenne su una panca, Panzarella lo avrebbe preso a calci e pugni. E due ragazze, due sorelle che stavano dentro quella stessa piccola rimessa, lo avrebbero implorato di smettere.
Poi pesto e malconcio sarebbe stato spinto fuori da quel box. L’aggressore avrebbe pure preteso, per umiliarlo, di chiedergli scusa e baciargli le scarpe. E al suo «no» gli avrebbe rifilato un cazzotto in viso fratturandogli pure il setto nasale. Il ragazzino è stato poi accompagnato in ospedale dai suoi genitori ed è stata presentata una denuncia in caserma. Poi sono scattati gli arresti.