Pubblicato il: 09/02/2019 alle 10:25
“Ho trascorso un anno intero in attesa che dal Capo dello Stato, dal Commissario Straordinario per le iniziative antiracket e antiusura o dall’Ufficio territoriale del governo arrivasse almeno una risposta, anche un laconico “si rassegni”, alle mie richieste, avanzate con una corposa lettera inviata a loro il 4 febbraio dello scorso anno, ma non è arrivato niente. Neppure una parola. Dalle istituzioni il silenzio totale. Prima vittima di usura ed estorsione, adesso vittima di uno Stato disattento e una burocrazia pletorica.” Sono parole di fuoco e di amarezza quelle di Salvatore Mastrosimone, imprenditore di San Cataldo che nel 2002 denunciò di essere incappato nella maglia dell’usura e di essere sottoposto ad estorsione da soggetti locali, poi condannati dal Tribunale di Caltanissetta, con sentenze passate in giudicato. Salvatore Mastrosimone si dice stanco di aspettare un indennizzo che è previsto dalla legge ma non arriva e si è rivolto, adesso, al Ministro degli Interni, Senatore Matteo Salvini.
Nonostante la mole documentale prodotta da Mastrosimone dal 2002 ad oggi all’Ufficio Territoriale del Governo di Caltanissetta per dimostrare l'enorme danno subito in relazione alla propria attività economica, ma anche al patrimonio personale e di componenti la propria famiglia (come ad esempio, i suoceri), quanto ricevuto dal Commissario Straordinario per le Iniziative Antiracket è una goccia nel mare.
“A fronte di una domanda di mutuo di € 290.000,00, presentata il 30 settembre 2002 e una richiesta di anticipazione di € 120.000,00 – scrive Salvatore Mastrosimone al Ministro Salvini -, l’8 marzo 2006, gli sono stati concessi € 41.400,00: importo assolutamente insufficiente non solo ad affrontare qualsiasi attività di recupero dell'azienda, ma anche a proseguirne una stentata esistenza, stante che l'importo è vincolato al piano di investimenti depositato all’Ufficio Territoriale del Governo di Caltanissetta, che prevedevano un indennizzo di gran lunga superiore.
Con un ulteriore decreto del 10 gennaio 2008, cioè ancora due anni dopo, il Commissario Straordinario ha concesso il saldo del mutuo, con un ulteriore accredito di € 41.400,00, ma anche con questa ulteriore somma, peraltro da restituire in dieci anni, non sarebbe possibile procedere neppure ad un saldo parziale delle esposizioni debitorie che si sono create nel corso degli anni in cui egli fu sottoposto ad usura.
Secondo l’imprenditore Salvatore Mastrosimone, la documentazione prodotta prova in modo incontrovertibile che a causa dei fatti delittuosi subiti, egli ha dovuto interrompere importanti lavori che aveva avuto commissionati da complessi condominiali, per diverse centinaia di migliaia di lire; che la mancata esecuzione aveva dato seguito all'addebito di rilevanti penali (contrattuali); che era sottoposto a innumerevoli decreti ingiuntivi per la riscossione coatta di crediti vantati da fornitori, banche, lavoratori, enti pubblici e privati; che solo con una stima dei danni coerente che i dati oggettivi dell'azienda e con un finanziamento veramente congruo, egli avrebbe potuto provvedere a chiudere le pendenze e proseguire fattivamente la propria attività.
Dai processi scaturiti dalla denuncia, è emerso che Salvatore Mastrosimone, per i fatti occorsi, è stato altresì parte lesa del reato di estorsione, aggravato da metodi mafiosi. Ma il maggiore amaro in bocca l’imprenditore ce l’ha per una sorta di beffa subita dall’Ufficio del Commissario Antiracket: con un decreto del 26 marzo 2015, col quale è concesso il risarcimento del danno subito per l'incendio ad un autocarro, il Commissario Straordinario aveva decretato la concessione di un'elargizione di €346.697, a ristoro del danno da mancato guadagno. Tuttavia, qualche giorno dopo è arrivata la revoca del decreto, che il Commissario Straordinario ha dichiarato errato: non € 346.697,00, ma € 16.308,94 il ristoro concesso! Ma non è finita qui: l'importo concesso è stato trattenuto a compensazione delle rate di mutuo della legge 108/96 non pagate!.
Proprio il 3 febbraio dello scorso anno, Mastrosimone si rivolse al Capo dello Stato per un suo autorevole intervento presso il Commissario Straordinario per le iniziative antiracket, affinché si chiarisse, finalmente, l’intricata vicenda burocratica. Ma dal Presidente Mattarella non è arrivato alcun riscontro. Per Mastrosimone si era mobilitato anche il sindaco di San Cataldo, Giampiero Modaffari, che aveva anch’egli sollecitato il Presidente ad intervenire. Ma non è accaduto nulla. Adesso una nuova richiesta, questa volta al Ministro degli Interni, nella speranza di ottenere almeno un laconico: “si rassegni.”.