Pubblicato il: 23/07/2013 alle 14:50
I dipendenti del 118 stavano a casa e ricevevano soldi. Godevano di benefici e premi. Accuse pesanti. E’ ancora una volta un fiume in pena il governatore della Regione siciliana, Rosario Crocetta. Che incontrando i giornalisti a Palazzo d’Orleans, a Palermo, mette da parte le spine della politica per concentrarsi su quelle della sanità.
“Per il 118 e’ bastato che decadessero il comitato di sorveglianza e quello di gestione e nominassimo alcuni funzionari interni perche’ venissero fuori cose di una gravita’ incredibile, che abbiamo inserito in una relazione che invieremo alla corte dei conti e alla procura. Nove milioni di euro di giornate lavorative non effettuate ma pagate a 160 dipendenti che, in media, per due anni sono rimasti a casa a non lavorare, nel 2011 e nel 2012?.
“Mentre questi stavano a casa il 118 realizzava lavoro straordinario per 154 mila ore, ovviamente con carenze di personale – ha aggiunto Crocetta -. Inoltre questi dipendenti, pur stando a casa, maturavano e godevano le ferie. Non finisce qua: hanno ricevuto anche 900 euro ciascuno come premio di produzione. La questione piu’ drammatica e’ che il consiglio di gestione precedente approvava anche le procedure di gara pur non avendone il potere politico. Succedeva in pratica che invece di razionalizzare i costi e l’organizzazione del lavoro, magari avviando piani di mobilita’ o contratti di solidarieta’ quando le Asp sono andate in crisi economica, si continuavano a pagare tutti i benefit e i premi di produzione come se niente fosse”.
“Abbiamo trovato cose inaudite, dipendenti del 118 che, pur in esubero, ricevevano lo stipendio anche se restavano a casa – ha aggiunto l’assessore Lucia Borsellino -. Le sole ferie non godute sono costate tre milioni di euro. Dobbiamo riorganizzare tutto il sistema, c’e’ molta disomogeneita’ anche nell’ottimizzazione delle risorse e della distribuzione di personale sul territorio, per evitare che ci siano eccedenze in alcune zone e carenze in altre, anche di concerto con le organizzazioni sindacali. Noi intendiamo operare in questi termini, anche con i nuovi organi di gestione che sono in linea con la nostra volonta’, cosi’ come i sindacati. Il sistema di gestione deve essere monitorato costantemente per verificare – ha aggiunto l’assessore – che abbia a cura le risorse erogate per questo servizio: il ricorso alle esternalizzazioni e’ stato troppo frequente”.
Crocetta ha poi parlato di Villa San Teresa, l’ospedale di Bagheria. ”E’ arrivato il provvedimento di confisca di Villa Teresa la clinica di Michele Aiello. Siamo preoccupati per la destinazione del bene. Ieri sera abbiamo fatto una delibera chiedendo all’assessore Borsellino di perseguire con il ministero l’obiettivo di dare questa struttura al sistema sanitario pubblico regionale. Riteniamo pericolosa la privatizzazione perché temiamo eventuali infiltrazioni mafiose”.
“L’opzione dell’affidamento pubblico sarebbe valida anche in caso di autogestione dei dipendenti: sappiamo che ci sono progetti anche all’interno della struttura per formare cooperative, ma noi ci diciamo contrari – ha aggiunto Crocetta -. L’assegnazione al sistema pubblico significa affidare questa struttura ai cittadini, perché finora e’ stata in mano alla mafia. I privati nella sanità applicano spesso tariffe altissime a danno dei cittadini. Siamo convinti che il Ministero e il Prefetto saranno d’accordo con la nostra impostazione. Questa clinica è simbolica di una battaglia che ci vedrà in prima fila”, ha sottolineato il governatore.
La lunga conferenza stampa di Crocetta era in realtà iniziata con un dribbling. Alla politica. ”Mi sembra surreale che stiano decidendo o meno di espellermi dal Pd. Preferisco parlare dei problemi dei cittadini”.