Pubblicato il: 05/08/2014 alle 15:19
Un golpe. Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, non ha paura di apparire eccessivo nell'uso della parola. Anzi conferma, in un'intervista a Repubblica, che c'è un progetto “di far cadere il governo della Sicilia in un modo non propriamente politico”. Crocetta non si ferma al piano ma fa anche nomi e cognomi dei congiurati. In prima fila c'è il presidente dell'Udc, Gianpiero D'Alia, un alleato che, a dire del governatore, “sollecita puntualmente le impugnative del commissario dello Stato con l'intenzione di terremotare il quadro politico”. Gli altri destabilizzatori? In primo luogo il segretario della Cisl Bernava, mentre Leoluca Orlando al momento è uscito dalla lista dei cospiratori. E poi ci sono i poteri forti, come l'Eni. “Quando ci si oppone a una multinazionale di quel livello – afferma Crocetta – si è destinati a subire reazioni violente. Pezzi della politica sono sensibili agli interessi di questi grandi gruppi, basti pensare al caso Nomura. Ma non mi sento affatto isolato. Dicono così da quando ero sindaco di Gela”.
La risposta dei “cospiratori” non si è fatta attendere. E arriva via Twitter: “Voglio rassicurare il presidente Rosario Crocetta: con le scie chimiche non c'entro niente e non faccio parte del Bilderberg”. Così il presidente dell'Udc Gianpiero D'Alia. Scrive Bernava: “Caro Crocetta, il vero golpe contro la Sicilia in emergenza viene dai rais politici che ti attorniano per realizzare un patto di gestione”. Interviene anche Montante, che chiede a D'Alia di smentire quando dichiarato, sempre a Repubblica, nei giorni scorsi: ovvero che sia stata Confindustria a suggerire il nome di Crocetta per la presidenza della Regione, nel 2012.