Pubblicato il: 14/11/2014 alle 10:02
“La sentenza ci conforta parecchio perché dà atto che le denunce e gli atti perpetrati dall’ex consorzio Asi di Caltanissetta, e poi dall’Irsap, sulla vicenda del frigomacello, sono serviti a scardinare un sistema inquietante che metteva a rischio la salute dei cittadini ”. Lo afferma il presidente dell’Irsap, Alfonso Cicero, a quel tempo presidente dell’Asi nissena, commentando la sentenza del Tribunale di Caltanissetta che ha condannato i soggetti che gestivano l’impianto di contrada Calderaro, di proprietà dell’Ente, per gravi reati quali la commercializzazione di carni nocive e omessi controlli da parte del veterinario dell’Asp.
“Soddisfazione – spiega Cicero – prima di tutto perché la Giustizia ha salvaguardato la salute dei cittadini, in secondo luogo perché il giudice ha confermato la piena titolarità dell’Irsap a costituirsi parte civile. Parliamo di soggetti che distribuivano sostanze alimentari in cattivo stato di conservazione, in stato di alterazione e in avanzato stato di putrefazione. Carne congelata in modo anomalo e arbitrario, in violazione delle norme sanitarie in vigore”. Per il presidente Alfonso Cicero, “è significativo che il giudice abbia stabilito una provvisionale di 30 mila euro, immediatamente esecutiva, in favore delle parti civili, tra cui l’Irsap”.
“Una vicenda, quella del frigomacello, che affonda le radici nelle precedenti opache gestioni, quando la struttura venne affidata direttamente, a bando scaduto, ad un prezzo scandaloso favorendo la cooperativa ‘Le Verdi Madonie’ di Geraci Siculo riconducibile ai noti Giaconia. Il Consorzio Asi nel 2004 assegnò la struttura (costata 20 miliardi di lire e realizzata dall’imprenditore condannato successivamente per altre vicende Pietro Di Vincenzo) con un contratto di locazione a dir poco irrisorio, per 25 mila euro l’anno. L’obbligo di garantire i controlli veterinari e sanitari era a carico della società, i cui responsabili sono stati condannati”.
“La violazione di tali obblighi, ha danneggiato prima l’Asi e poi l’Irsap (succeduto nella gestione di tutti i consorzi Asi della Sicilia) ma più di tutti i cittadini, la comunità e le imprese sane del comparto. Il risarcimento per la parte civile va inteso come risarcimento simbolico anche a questi soggetti”.
“Da presidente dell’Asi di Caltanissetta – prosegue Cicero – chiesi di adeguare il contratto, poiché il valore della locazione dell’impianto pubblico, si doveva stabilire in almeno dieci volte quello applicato, almeno 260 mila euro annui come stabilito dall’Agenzia del Territorio. Per una struttura al coperto di 4 mila metri quadrati e 20 mila metri quadrati in esterno, concessa per una somma, 25 mila euro, pari alla metà dell’ICI che pagava l’Asi”.
Secondo il presidente dell'Irsap “la legittima richiesta di adeguamento del canone, veniva presa a pretesto dalla Cooperativa di Geraci Siculo, per abbandonare l’impianto, senza mai effettuare la riconsegna dei locali previa valutazione della funzionalità degli impianti. Un’interruzione di servizio pubblico di macellazione, di cui l’Asi (e poi l’Irsap), non hanno alcuna responsabilità, subendo invece un rilevante danno. Alcuni soggetti, tra cui anche alcuni dei condannati in primo grado, mi avevano indicato in modo spudorato quale responsabile della chiusura del frigomacello e della perdita del posto di lavoro degli operai, tentando di “intimidire” di fatto l’azione improntata alla legalità”, osserva ancora Alfonso Cicero.
Oltre alla provvisionale di 30 mila euro, il Tribunale ha deciso che i danni saranno valutati in sede civile. “In sede civile – conclude Cicero – l’Irsap presenterà le sue ragioni, avendo quantificato il danno prodotto all’ente e alla collettività in almeno 200 mila euro, per le condizioni di degrado in cui la struttura è stata lasciata. A cui si aggiunge il danno agli allevatori della zona, agli imprenditori del comparto e all’immagine dell’Ente, da quantificare”.