Pubblicato il: 23/02/2023 alle 11:17
(di Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia) Sconto di pena per un ex operatore di una casa di riposo «lager» a Serradifalco. Nessuna riduzione di condanna, invece, per una operatrice Osa della stessa struttura indicata dagli inquirenti come una sorta di casa degli orrori. Così nel secondo passaggio in aula per due dei cinque coinvolti in un’inchiesta dei carabinieri, ribattezzata «Bad Caregiver », che nel luglio di due anni fa ha fatto scattare cinque misure cautelari, di cui una in carcere per lo stesso assistente che ora ha ottenuto la riduzione di pena , due agli arresti domiciliari nei confronti del gestore delle strutture e della stessa operatrice ora in appello e due misure interdittive dalla professione per un anno per altri due dipendenti.
Ora, in appello, è arrivato il colpo di forbice alla condanna per il cinquantacinquenne gelese, Vincenzo Biundo (assistito dall’avvocato Carmelo Tuccio) che è sceso dai precedenti undici anni e due mesi di reclusione a 7 anni, 2 mesi e 20 giorni. Nessuna “carezza” alla pena, invece, per la cinquantatreenne di Serradifalco, Rosa Anna Milazzo (assistita dall’avvocato Amedeo Aquilino) a carico della quale è rimasta invariata la condanna a 4 anni e 8 mesi di carcere. La procura generale, dal canto proprio, ha chiesto la conferma della precedente sentenza per entrambi.
Questo il pronunciamento della prima sezione della corte d’Appello presieduta da Giovanbattista Tona (consiglieri Alberto Davico e Salvatore Angelo Carmelo Faro Faussone). E già al termine del processo di primo grado, quando hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato, il gup, li ha condannati al pagamento di una provvisionale complessiva di tremila euro per ciascuna delle parti civili, ossia due ospiti delle strutture (assistiti dagli avvocati Flavio Sinatra e Ivan Angelo Bellanti) oltre al risarcimento dei danni secondo l’entità che stabilirà il giudice in un procedimento dedicato.
Biundo è stato tirato in ballo per le ipotesi di abbandono di incapaci, esercizio abusivo della professione infermieristica e violenza sessuale aggravata. Imputazione, quest’ultima, che si sarebbe consumata ai danni di una settantenne ospite in una delle due case alloggio. L’operatore, per un mese o poco più – da fine febbraio di due anni fa fino a inizi aprile successivo – avrebbe approfittato una ventina di volte dell’anziana peraltro affetta da disturbo schizaffettivo cronico. Più volte l’avrebbe palpeggiata e sarebbe andato anche ben oltre. L’avrebbe pure costretta a vedere video pornografici.
Milazzo, invece, è finita sotto accusa per maltrattamenti, abbandono d’incapaci ed esercizio abusivo della professione d’infermiere. I due imputati erano dipendenti della cooperativa sociale «Azzurra» a cui fanno capo le due comunità alloggio dove si sarebbero consumati i maltrattamenti, la «Francesco Lio» e la «Giovanni Iacono». Lì gli anziani ospiti, nove in tutto affetti da disabilità psichiche di varia gravità, sarebbe stati bistrattati, picchiati e malnutriti.