Pubblicato il: 23/07/2013 alle 06:28
Se è vero che le città si stanno muovendo nell'ottica della “smartness” è altrettanto vero che in Italia mancano dei modelli concreti a cui fare riferimento, e i progressi appaiono, quindi, lenti e disomogenei. Per offrire dei parametri oggettivi e quantificabili, misurando al contempo i livelli attuali di “intelligenza” delle città italiane, la società di monitoraggio Between ha creato lo “Smart City Index” con cui ha giudicato 116 capoluoghi di provincia.
Partendo dal presupposto che la smartness non è sinonimo soltanto di tecnologia ma di integrazione di servizi offerti alla cittadinanza, che si traducono in una migliore qualità della vita, l'Osservatorio ha preso in considerazione nove aree tematiche (Broad band, Smart Health, Smart Mobility, Smart Education, Smart Government, Mobilità Alternativa, Risorse Naturali, Efficienza Energetica, Energie Rinnovabili) e 153 indicatori per stilare una graduatoria. Al cui primo posto troviamo Bologna, mentre all'ultimo Fermo (Marche).
Se si escludono le risorse naturali (gestione dei rifiuti e qualità dell'aria) e le energie rinnovabili (dotazione di fotovoltaico, eolico e idroelettrico), Bologna la fa da padrona in ogni ambito. Per quanto riguarda la banda larga, ad esempio, nella città emiliana- si legge nello studio- si ha “a disposizione un elevato livello di copertura a banda larga, in termini di fibra ottica Fttc”. Ottimi risultati anche in “Smart health” (con la possibilità per esempio di pagare via web le prestazioni), in “Smart mobility” (biglietti elettronici e app per controllare traffico bus e parcheggi), e in “Smart education” (scuole collegate in rete), che i dati disegnano come il vero punto di forza per Bologna.
Anche se il capoluogo emiliano precede Milano, Roma e Reggio Emilia, le aree metropolitane- fatta eccezione per quelle del Sud Italia- mostrano buone performance: 8 su 14 si piazzano fra le prime 20 città in classifica. A farle salire in graduatoria sono soprattutto innovazioni in campo di: Broadband (Milano è la prima in classifica grazie soprattutto al cablaggio diffuso della città); Smart Mobility, a causa del fatto che sono le utility del trasporto pubblico locale ad investire in tecnologia; Smart Government, grazie alla diffusione di servizi on-line innovativi (certificati e pagamenti on-line, open data); Efficienza Energetica (Torino è leader per teleriscaldamento e illuminazione a led). Mentre si è ancora indietro per quanto riguarda progetti didattici innovativi e risorse naturali (a causa soprattutto delle scarse performance nella qualità dell'aria e gestione dei rifiuti).
Se le città di medie dimensioni (tra 80.000 e 250.000 abitanti) si posizionano a ridosso del podio, con cinque città della top ten (Reggio Emilia, Brescia, Piacenza, Parma e Monza), le piccole città appaiono invece parecchio indietro nel percorso vero la smartness. Vi sono tuttavia delle eccezioni: 8 piccole città sono presenti nelle prime 40 della classifica. Di queste le prime sei sono lombarde, con Cremona in testa.
A conferma del fatto che “intelligenza” si sposa con qualità della vita, Between ha messo a confronto lo Smart City Index con la classifica dell'indice della Qualità della Vita redatto annualmente dal Sole24ore. E il risultato è che per molte città esiste una correlazione tra i due fenomeni. Le città “Smart e vivibili” sono le città nella top list di entrambe le classifiche (Bologna, Parma, Reg- gio Emilia, Piacenza, Modena); le stesse metropoli Milano, Roma e Firenze, sono nelle prime 20-21 città anche per qualità della vita. Mentre le “città in ritardo” si trovano nella parte bassa di entrambe le classifiche, e mostrano pertanto un ritardo considerevole su diversi fronti, sia tradizionali che innovativi; tra queste città vi sono Caltanissetta, Vibo Valentia, Agrigento, Trapani.