Pubblicato il: 20/06/2020 alle 15:53
“E’ arrivato il momento di dire basta. Rattoppi e ripetuti incontri tra sindaci, enti e società, non servono a risolvere la crisi idrica della provincia di Caltanissetta. Siciliacque e Caltaqua generano solo disservizi mentre Regione e Comuni stanno a guardare senza produrre atti concreti”. Scendono nuovamente in campo Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Vincenzo Mudaro rispettivamente segretari generali di Cgil Caltanissetta, Cisl Agrigento, Caltanissetta, Enna e Uil Caltanissetta, Enna per denunciare che, tra burocrazia e guasti, cresce l’esasperazione degli utenti per i quali il calvario non ha fine”.
“Piuttosto che snellire le procedure di passaggio tra A.T.O. e A.T.I. si continua colpevolmente a perdere tempo mettendo a rischio i finanziamenti europei che sarebbero manna per rifare le condotte idriche e sostituire le tubature. Evidentemente – continuano Giudice, Gallo, Mudaro – i bisogni dei cittadini sono secondari rispetto alle tecniche di distrazione cui sono solite ricorrere Siciliacque e Caltaqua e gli organismi deputati ai processi di gestione idrica. A fronte di tariffe che, con la recrudescenza della crisi, rischiano di diventare insostenibili, continuiamo ad assistere ad uno spettacolo indecente”.
“Sono trascorsi parecchi mesi dalla costituzione dell’Assemblea Territoriale Idrica – rimarcano Giudice, Gallo e Mudaro – è ad oggi non registriamo alcun atto consequenziale ma solo rimandi tra la silente burocrazia regionale e quella dell’ambito con le società che s’incrociano in un illusorio gioco degli specchi. Pessimo esempio di mancata collaborazione tra enti lo si ritrova nell’arbitrato di 20 milioni di euro vinto da Caltaqua e impugnato dall’A.T.O idrico. Le ripercussioni di queste ‘’liti e controversie’’ le subiranno solo i cittadini chiamati a pagare di tasca propria”.
“In questo marasma una cosa utile esiste ma non viene adottata. Ci riferiamo alla “Carta del Servizio Idrico” di Siciliacque che fissa principi e criteri della fornitura di acqua all'ingrosso. Da tempo chiediamo una risposta sulla sua mancata adozione che potrebbe di gran lungo migliorare un servizio essenziale per la collettività e lautamente pagato dall’utenza”.
“E’ ora che gli enti si sveglino dal torpore ed agiscano con immediatezza – concludono i tre segretari generali -. La situazione è delicata e può solo far aumentare la rabbia sociale. Andiamo incontro all’estate e il danno della mancanza di acqua, sommato alla beffa di pagare caro un servizio indecoroso, può diventare il detonatore di azioni eclatanti”.
in provincia di Caltanissetta. Ai cittadini l’acqua non arriva mentre le salate bollette sono sempre puntuali.
“E’ arrivato il momento di dire basta. Rattoppi e ripetuti incontri tra sindaci, enti e società, non servono a risolvere la crisi idrica della provincia di Caltanissetta. Siciliacque e Caltaqua generano solo disservizi mentre Regione e Comuni stanno a guardare senza produrre atti concreti”. Scendono nuovamente in campo Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Vincenzo Mudaro rispettivamente segretari generali di Cgil Caltanissetta, Cisl Agrigento, Caltanissetta, Enna e Uil Caltanissetta, Enna per denunciare che, tra burocrazia e guasti, cresce l’esasperazione degli utenti per i quali il calvario non ha fine”.
“Piuttosto che snellire le procedure di passaggio tra A.T.O. e A.T.I. si continua colpevolmente a perdere tempo mettendo a rischio i finanziamenti europei che sarebbero manna per rifare le condotte idriche e sostituire le tubature. Evidentemente – continuano Giudice, Gallo, Mudaro – i bisogni dei cittadini sono secondari rispetto alle tecniche di distrazione cui sono solite ricorrere Siciliacque e Caltaqua e gli organismi deputati ai processi di gestione idrica. A fronte di tariffe che, con la recrudescenza della crisi, rischiano di diventare insostenibili, continuiamo ad assistere ad uno spettacolo indecente”.
“Sono trascorsi parecchi mesi dalla costituzione dell’Assemblea Territoriale Idrica – rimarcano Giudice, Gallo e Mudaro – è ad oggi non registriamo alcun atto consequenziale ma solo rimandi tra la silente burocrazia regionale e quella dell’ambito con le società che s’incrociano in un illusorio gioco degli specchi. Pessimo esempio di mancata collaborazione tra enti lo si ritrova nell’arbitrato di 20 milioni di euro vinto da Caltaqua e impugnato dall’A.T.O idrico. Le ripercussioni di queste ‘’liti e controversie’’ le subiranno solo i cittadini chiamati a pagare di tasca propria”.
“In questo marasma una cosa utile esiste ma non viene adottata. Ci riferiamo alla “Carta del Servizio Idrico” di Siciliacque che fissa principi e criteri della fornitura di acqua all'ingrosso. Da tempo chiediamo una risposta sulla sua mancata adozione che potrebbe di gran lungo migliorare un servizio essenziale per la collettività e lautamente pagato dall’utenza”.
“E’ ora che gli enti si sveglino dal torpore ed agiscano con immediatezza – concludono i tre segretari generali -. La situazione è delicata e può solo far aumentare la rabbia sociale. Andiamo incontro all’estate e il danno della mancanza di acqua, sommato alla beffa di pagare caro un servizio indecoroso, può diventare il detonatore di azioni eclatanti”.