Pubblicato il: 16/09/2013 alle 09:16
Sono curiosi del sesso, tanto che la loro prima volta capita sempre prima, ma non del suo lato negativo, quello delle malattie a trasmissione sessuale, che di conseguenza sono sempre più diffuse. L'immagine preoccupante dei “giovani d'oggi” viene da un'indagine condotta per Paidòss (Osservatorio nazionale sulla salute dell'infanzia e dell'adolescenza) dal Leo Club (l'associazione giovanile dei Lions) Valle del Conca di Rimini. Dallo studio, che ha riguardato 1.400 ragazzi tra i 15 e i 25 anni, emerge la necessità, per i giovani, di una migliore educazione in questo campo.
Per quasi un intervistato su 5 (il 19 per cento) il primo rapporto è avvenuto prima dei 14 anni, una cifra doppia rispetto a un'indagine analoga dello scorso anno. A preoccupare gli esperti, oltre alla precocità dei primi rapporti, è la scarsa informazione in tema di rischi correlati ai rapporti sessuali: il 73 per cento dei ragazzi, infatti, non conosce nemmeno cinque fra le principali malattie a trasmissione sessuale, il 33 per cento pensa che la loro incidenza sia trascurabile ed il 57 per cento non sa stimare il tasso di Hiv (Aids).
E non va meglio, poi, in ambito di prevenzione. Molto meno della metà dei giovani (il 35 per cento dei maschi e il 29 per cento delle femmine) ricorre al preservativo e soltanto il 23 per cento delle ragazze e il 46 per cento dei ragazzi ha effettuato un controllo a 18 anni. Sconosciuti risultano i consultori, con l'88 per cento del campione che non ha idea di dove si trovino quelli della propria città.
Il risultato è che il 3 per cento dei maschi e il 5 per cento delle ragazze ha già contratto una malattia venerea, e nonostante gli intervistati siano concordi nel ritenere che la prevenzione delle malattie sia un impegno della “coppia” (lo pensano il 67,4 per cento dei maschi e il 63,4 per cento delle femmine) e non solo della donna, il tasso di queste patologie è in aumento, come confermato recentemente anche in un rapporto dell'Ecdc che testimonia il ritorno di sifilide e gonorrea.
“Il dato più importante – spiega il presidente di Paidòss, Giuseppe Mele – è quello sull'abbassamento dell'età in cui avviene il primo rapporto sessuale. Fino a pochi anni fa era impensabile anche solo prevederlo. E oggi è quasi impossibile che un adolescente possa avere sufficienti informazioni sulle malattie a trasmissione sessuale e sui comportamenti corretti. Del resto le baby mamme sono un fenomeno in continua crescita in tutto il mondo. Per questo è urgentissimo anticipare l'educazione alla sessualità in modo generalizzato e in tutte le scuole medie e superiori”.
Ad essere sottovalutati sono anche gli effetti di queste malattie. “I giovani hanno una conoscenza molto scarsa della problematica – commenta Stefano Catrani, direttore dell'unità operativa, struttura complessa di dermatologia all'ospedale di Rimini e autore della ricerca -. Per fare un esempio, solo il 40 per cento sa che la candida colpisce 1 persona su quattro (il 25 per cento della popolazione), e soltanto poco più della metà (il 55 per cento) è consapevole che le malattie a trasmissione sessuale possono essere gravi a tal punto da portare alla sterilità o alla morte”.