Nel corso delle indagini della Squadra Mobile che hanno portato all’arresto di Cataldo Falzone per sfruttamento della prostituzione, è emerso che nell’ambiente il problema più importante da risolvere era quello di trovare abitazioni situate in luoghi tranquilli della città in modo da non generare proteste da parte dei vicini, disturbati dal via vai dei clienti. I proprietari delle abitazioni che accettavano il rischio di affittare alle prostitute straniere avevano anche capito che non conveniva più cedere i locali per lunghi periodi, poiché gli stessi locali, in un secondo momento, erano subaffittati settimanalmente dalle prostitute ad altre lucciole, riuscendo così a lucrare ottimi guadagni.
In una circostanza una prostituta colombiana si lamentava del fatto che l’abitazione dove si trovava lei non era delle migliori, poiché ubicata in una strada stretta del centro storico, e i clienti, per paura di essere visti, non vi si recavano facilmente. Falzone, proprietario di tre immobili, raccomandava alle donne di lavorare in modo discreto per non destare sospetti nel vicinato. Che l’indagato fosse informato dell’attività di meretricio svolta all’interno delle sue abitazioni si evince dalla circostanza che una delle prostitute lo aveva chiamato con tono molto preoccupato poiché, dopo che un cliente era andato via dall’abitazione, un’inquilina dirimpettaia, insieme a un’altra vicina, infastidita del via vai dei clienti, le aveva gridato che il giorno seguente sarebbe andata in questura a denunciare che in quella casa si svolgeva l’attività di prostituzione.
Il Falzone, nell’occasione, dopo essersi assicurato che la donna non avesse ammesso che lavoro svolgeva, tranquillizzava la prostituta che la sua posizione di inquilina era in regola con le norme e che se avessero continuato a disturbarla avrebbe denunciato lui la “vicina impicciona”. In un’altra circostanza Falzone minacciava di denunciare un 53enne, anch’egli indagato per sfruttamento della prostituzione, visto che accompagnava le prostitute a pagamento, perché quest’ultimo si era intromesso in una controversia tra lui e una prostituta colombiana. Il 53enne, che asseriva di essere il fidanzato della colombiana, chiedeva al Falzone perché questi non volesse restituire la caparra che la donna gli aveva versato, dopo che l’abitazione per cui era stata versata era risultata inagibile. Il Falzone intimava al 53enne di farsi i fatti suoi altrimenti lo avrebbe denunciato ai Carabinieri per la sua attività di magnaccia che badava alle prostitute.