Pubblicato il: 12/04/2021 alle 17:14
Un'equipe multidisciplinare della provincia di Trapani ha portato avanti uno studio scientifico sulla sindrome post Covid. Al centro dell'articolo, pubblicato sulla rivista internazionale "Brain Sciences", ci sono i danni neurologici causati dal Coronavirus, per i quali l'equipe si è basata sulla storia clinica del paziente 1 della provincia di Trapani.Si tratta dell'alcamese F.R. che, nonostante il recupero ottimane delle sue condizioni motorie, presenta ancora strascichi neurologici.Alla ricerca hanno partecipato il dottor Luca Scalisi, direttore della Villa Sarina di Alcamo, i radiologi del Sant’Antonio Abate di Trapani Ignazio Bacile e Gaetano Cambula, la Casa di cura Morana di Marsala con la neurologa Paola Mangiapane e uno scienziato del CNR, Domenico Nuzzo.
“Il paziente da me visitato in epoca post Covid – afferma la dottoressa Mangiapane, presentava un corteo sintomatologico caratterizzato dalla cosiddetta “brain fog” ossia nebbia cognitiva con deficit di concentrazione e dell’attenzione, profondo stato depressivo e marcato quadro ansioso. L’insieme di questi esiti neurologici viene definito con un termine medico di recentissimo conio “Sindrome Long Covid” caratterizzato anche da deficit di natura neurologica e psichiatrica”.
Non è del tutto chiara l’etiopatogenesi della sindrome: si pensa possa essere attribuita all’attività flogistica di tipo multisistemico del virus che si estende ad organi e apparati diversi da quello respiratorio coinvolgendo nella fattispecie il sistema nervoso centrale determinando lesioni neuronfiammatorie e alterazioni emocoagulative. Ne è dimostrazione il fatto che già nella fase iniziale di infezione molti pazienti lamentano un’alterazione del senso dell’olfatto, del gusto e cefalea, segnali questi che indicano uno spiccato neurotropismo del virus.
“Il nostro studio – continua la dottoressa Mangiapane mette in evidenza come sia di fondamentale importanza la continuità assistenziale dei pazienti nella fase post-Covid attraverso indagini di neuroimaging e valutazioni neurologiche e psichiatriche al fine di riscontrare tempestivamente i danni cerebrali provocati dall’infezione e attuare un approccio terapeutico adeguato non soltanto motorio ma anche neuropsicologico”.