“Dopo una consulenza nei confronti delle ditte Msa e Sidercem subii un controllo da parte della Guardia di Finanza. Già diverse persone me lo avevano anticipato. Sembrava che mi ero messo contro alcuni potenti”. A dirlo è Paolo Buono, commercialista nisseno, che questa mattina ha deposto come teste nel corso del processo sul Sistema Montante che si celebra con rito ordinario all’aula Bunker di Caltanissetta. Diciassette gli imputati e tra loro nomi “eccellenti” tra cui quello di Renato Schifani, del maggiore della Guardia di Finanza Ettore Orfanello, del re dei supermercati Massimo Romano. “C’erano delle fatture emesse negli anni 2001/2002 dalla Arredi Polizzi – racconta Paolo Buono – nei confronti della Msa e Sidercem. Fatture che riguardavano la vendita di beni immobili a queste due società. La Guardia di Finanza voleva verificare se c’era corrispondenza tra la contabilità di questa azienda e quella delle altre società. Il pm Aghemo mi chiese di presentare una documentazione integrativa rispetto a quella della Guardia di Finanza. Confermai in toto ciò che già avevo scritto nella mia relazione di consulenza tecnica che sostanzialmente diceva che tutto appariva pressoché regolare e semmai vi era un problema di contabilità un po’ borderline nella Arredi Polizzi. La relazione era a firma del maggiore Ettore Orfanello e non conteneva allegati. Orfanello non lo avevo mai visto. IL 17 febbraio del 2011 si è recato presso il mio studio insieme ad altri militari della Guardia di Finanza, credo fossero in sei. Ricordo questo numero abbastanza corposo e abbastanza anomalo per uno studio di un dottore commercialista in una città di provincia. Era la prima volta che subivo una ispezione fiscale. Erano molto guardinghi, sono entrati nelle varie stanze dello studio. Bussarono alla porta dissero che era la Guardia di Finanza. Per noi un fatto normale visto che spesso vengono per documenti riguardi società fallite. A quel punto ho detto loro di accomodarsi e chiedendo per quali posizioni erano venuti mi hanno detto che erano venuti proprio per la mia personale. Chiesi qual era il problema visto che avevano cominciato a guardare i faldoni e gli dissi, ricordo queste parole, che non vi era bisogno di fare quel ‘teatro’. Da quello che si sentiva in giro avrei potuto subire delle verifiche visto che avevo fatto una consulenza che non avrei dovuto fare. Quando ho iniziato a redigere quella relazione di consulenza tecnica, di circa 100 pagine, e dove un solo capitolo era dedicato a Msa e Sidercem, per me erano solo delle sigle come centinaia che vedo nel corso della mia professione. I proprietari delle due società, sembrerà strano a molti, ma non li avevo mai visti e mai sentiti. Poi ho capito che dietro la Msa c’era un signore che si chiama Antonello Montante, che dietro la Sidercem c’era un signore che si chiamava Venturi, che in quel periodo stavano facendo una rivoluzione all’insegna della legalità e chi si metteva contro di loro poteva avere delle ritorsioni. Orfanello – ha aggiunto il commercialista – mi chiese perché mi aspettavo quella visita. E io gli dissi con molta sincerità, probabilmente perché ho fatto verifiche nei confronti di potenti. E lui mi rispose ma che sta scherzando? Anche io ho sempre fatto verifiche nei confronti di potenti. Dopodiché fece entrare gli altri militari della Guardia di Finanza. Dalla verifica uscì che tutti i miei dipendenti erano regolari, che la contabilità era regolare, ma che erano emerse due o tre fatture nel 2006 e 2008 che non erano regolari cioè emesse da un soggetto che dal 2007 era un evasore. E quindi si presumeva che le fatture emesse fossero soggettivamente false”.