“Non ho mai fatto accesso allo Sdi. Non avevo nemmeno la password. Mi rivolgevo al commissario Marco De Angelis e a sua volta era lui ad attivarsi”. Lo ha detto Diego Di Simone, ex capo della security di Confindustria nazionale, imputato nel processo sul “Sistema Montante” che si celebra a Caltanissetta davanti alla Corte d’Appello con rito abbreviato nei confronti dell’ex leader di Confindustria Antonello Montante e altri cinque imputati. L’esame di Di Simone, condannato in primo grado a 6 anni e 4 mesi, si è protratto per 4 ore. “Era Confindustria –ha continuato Di Simone – a chiedermi di raccogliere informazioni e io mi rivolgevo a De Angelis. Attività che rientrava nell’ambito dei protocolli di legalità che venivano sottoscritti da Confindustria con diverse istituzioni e sulle nomine che venivano fatte”.
L’avvocato Annalisa Petitto, legale di Alfonso Cicero, parte offesa, parte civile e teste chiave nel processo, ha reso noto che all’esito dell’udienza di oggi ha ricevuto mandato dal suo assistito per procedere attraverso denuncia nei confronti del Di Simone “a fronte delle dichiarazioni calunniose dallo stesso rese nei confronti di Cicero nel corso dell’udienza e, nello specifico, sulle richieste che Di Simone avrebbe ricevuto dall’ex Presidente dell’IRSAP per verificare la posizione di Salvatore Iacuzzo e Umberto Cortese, fatti –secondo quanto sostenuto dal legale – assolutamente non veritieri”.
Oggi è stato chiamato a deporre anche il consulente di parte di Montante, il quale ha chiarito che Montante manifestava dei sintomi che gli avrebbero impedito di partecipare coscientemente al processo. I legali di Montante, gli avvocati Panepinto e Taormina, hanno chiesto alla Corte di risentire in aula il perito nominato dal Tribunale perché nella sua perizia aveva già evidenziato dei sintomi evidenti che mettevano in dubbio la capacità di Montante di prendere parte al processo.