"In un paio di circostanze ci furono delle problematiche con il maggiore Ettore Orfanello. In una in particolare mi ha ammonito verbalmente dicendomi che dovevo ringraziare che era maggiore perché gente come me, che si poteva mettere di traverso o poteva ostacolato nella propria carriera, poteva macinarla". A raccontare l'episodio è Alfonso Carvotta, sottufficiale della Guardia di Finanza, questa mattina al processo che si celebra in ordinario a Caltanissetta sul cosiddetto "Sistema Montante" rispondendo alle domande del pm Maurizio Bonaccorso. Il maggiore Ettore Orfanello, difeso dall'avvocato Giuseppe Dacquì, è uno dei 17 imputati. Insieme a lui tra gli altri anche il 're dei supermercati' Massimo Romano e il senatore Renato Schifani. "Mi chiamò lui nel suo ufficio, fu a margine di un'attività relativa all'Asi. Ho ricollegato questo al fatto che avevo esternato in più occasioni, anche in presenza di altri colleghi, le mie perplessità in merito a delle attività che si erano svolte alla zona industriale, in specifico sull'abusivismo edilizio. In quell'occasione avevo anche detto che comunque, non essendo attività abituale del nucleo di Polizia tributaria, se il comandante o chi per esso mi avesse chiesto di andare a fare un certo tipo di attività avrebbe dovuto metterlo per iscritto". Carvotta, sempre rispondendo alle domande del pm si è soffermato su un altro particolare. "Avendo notato che c'era una signora che guidava l'autovettura del comandante ci dissero che era la compagna del maggiore Ettore Orfanello. Nella fattispecie mi venne riferito che questa donna lavorava alla camera di commercio. Penso fu prima della verifica al Cds. Sono venuto a sapere che la signora aveva lavorato anche al supermercato "Il Centesimo".