Pubblicato il: 20/11/2021 alle 12:56
“Durante una riunione in Confindustria Centro Sicilia nell’aprile del 2015 il direttore Carlo La Rotonda mi disse che qualche giorno prima gli era stato ordinato da Antonello Montante e da Diego Di Simone (l’ex capo della Security di Confindustria, ndr) di effettuare una bonifica nei locali dell'associazione per verificare la presenza di microspie. La Rotonda mi aveva anche mostrato una microspia, a suo dire ritrovata, all'esito di quelle operazioni di bonifica, all'interno di un termosifone della sala d'aspetto”. A raccontare l’episodio è l’imprenditore Marco Venturi, ex assessore regionale alle Attività Produttive, chiamato oggi a deporre come teste nell’ambito del processo che si celebra a Caltanissetta con rito ordinario sul Sistema Montante. “Contestai che mi sembrava assurdo tutto ciò – continua Venturi – e che bisognava contattare le forze dell’ordine.
Su questi fatti abbiamo avuto anche una discussione violenta. La Rotonda mi disse che l’input gli era stato dato da Montante e De Simone e che la necessità di dar luogo a quelle operazioni all'interno degli uffici della associazione era scaturita da una visita che, due giorni prima, il giornalista Gianpiero Casagni aveva fatto. A suo dire era stato proprio Casagni a piazzare abusivamente la microspia”. La Rotonda, secondo quanto emerso dagli atti, andò a denunciare quel fatto soltanto diversi giorni dopo fornendo una versione diversa dei fatti. Nella denuncia formale, il direttore di Confindustria Centro Sicilia non aveva fatto cenno ai sospetti su Casagni e aveva motivato la bonifica come un’esigenza sorta in seguito a un’interruzione dell’energia elettrica.
“La mia impressione – ha detto Marco Venturi – fu che tutta questa vicenda fosse stata creata per far apparire il giornalista coinvolto in attività di spionaggio su Montante e che la stessa non fosse poi andata in porto per la netta contrarietà che avevo dimostrato”. Sono 17 gli imputati nel processo l'ex presidente del Senato Renato Schifani, l’ex direttore dell’Aisi Arturo Esposito, il caporeparto dell’Aisi Andrea Cavacece, Massimo Romano, Massimo Cuva, il colonnello dei carabinieri Giuseppe D’Agata, il sindacalista Maurizio Bernava, gli imprenditori del settore sicurezza Andrea e Salvatore Calì, Rosetta Cangialosi, Carmela Giardina e Vincenzo Mistretta (tre dipendenti di Montante), il poliziotto Salvatore Graceffa; il dirigente di Confindustria Carlo La Rotonda; il maggiore della Guardia di Finanza Ettore Orfanello; il luogotenente Mario Sanfilippo e il colonnello dei carabinieri Letterio Romeo.