Pubblicato il: 17/01/2022 alle 08:52
È notizia di pochi giorni fa che i cittadini di Marianopoli abbiano avviato una raccolta per presentare un esposto-denuncia e per presentare una class action nei confronti dell’amministrazione del Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta e di ANAS S.p.A. per denunciare le pessime condizioni della rete stradale di collegamento del proprio centro abitato. Simili iniziative sono l’ulteriore ed ennesima riprova dello stato di profondo degrado in cui versano le arterie viarie del nostro territorio. Le infrastrutture di trasporto rappresentano un fattore fondamentale dello sviluppo socio-economico di un territorio: un buon livello di mobilità stimola le imprese a far rete tra loro, consentendo una maggiore rapidità nel settore logistica di merci e beni strumentali, specie dei prodotti deperibili (come le produzioni agricole fresche); consente ai lavoratori, agli studenti e alle persone in generale di poter raggiungere più agevolmente i propri luoghi di interesse; favorisce i flussi turistici; consente una migliore accessibilità ai servizi pubblici e privati da parte dei soggetti fragili o a ridotta mobilità (si pensi, ad esempio, alla difficoltà di raggiungere presidi sanitari).
Insomma, come accade per la tutela della salute, anche il riconoscimento del diritto ad una mobilità sicura e ad un sistema viario adeguato è parte fondamentale di una moderna e piena cittadinanza. La sua negazione, quindi, non è soltanto un’insopportabile aggressione alla concreta condizione di vita di donne e uomini che vivono nel nostro territorio: è soprattutto una violazione del patto sociale che sta alla base di ogni Stato moderno. All’evidenza, investire sulle infrastrutture è tanto più importante quanto il livello di partenza appare precario ed insoddisfacente per le esigenze della comunità. Ed è questo il caso del territorio dell’odierno Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta, che condivide tali criticità con i comprensori vicini: le reti viarie che collegano le nostre città sono in gran parte tortuose ed obsolete e, in molti casi, fatiscenti; la rete ferroviaria, risalente ancora in massima parte alla fine del XIX secolo, è sottoutilizzata dall’utenza ed è percorsa da convogli di recente costruzione ma che non riescono ad esprimere al meglio le loro prestazioni.
In merito alle reti viarie, le criticità riguardano sia la parte settentrionale che quella meridionale dell’ex provincia, tanto sul fronte della viabilità principale che quella secondaria. Con riguardo alle arterie gestite da ANAS, si segnalano i numerosi disagi relativi al nodo di Caltanissetta, aggravati dal ritardo nei lavori di realizzazione del raccordo stradale provvisorio che dovrebbe consentire l’accesso diretto all’A19. Nell’attesa, chiaramente, che venga finalmente completata l’opera principale, che consentirà la connessione, senza soluzioni di continuità, della Strada Statale degli Scrittori con l’autostrada con un tracciato con caratteristiche di strada extraurbana principale.
I cantieri presenti all’ingresso di Caltanissetta, invece, impediscono ormai dal 2017 di raggiungere agevolmente la città, tanto dall’asse autostradale che dalla superstrada provenendo da Agrigento. Ciò obbliga auto e camion a percorrere il più lungo tratto della Statale 626 oppure ad immettersi nella Statale 122 bis Caltanissetta – Santa Caterina Villarmosa, assolutamente non idonea a contenere gli inediti volumi di traffico che tali chiusure hanno sviluppato. A complicare ulteriormente il quadro, può aggiungersi la contemporanea chiusura del Raccordo di Pietraperzia – fondamentale via di collegamento della città con i comuni della parte occidentale del territorio ennese, interdetto al traffico dal 2018 – e i numerosi cantieri di lavori di manutenzione straordinaria ed ordinaria attivati sulla A 19 Palermo – Catania che penalizzano la percorribilità di tale fondamentale arteria particolarmente nella sua sezione centrale.
Nella parte meridionale dell’ex provincia, invece, si registrano ancora problematiche ataviche e mai risolte, come l’intasamento dell’area urbana gelese causato dall’assenza di una cintura esterna che possa fungere da “cerniera” nella viabilità della costa meridionale tra Siracusa e Trapani e il mancato completamento della Autostrada A 18, i cui primi progetti risalgono agli anni Settanta del secolo scorso. Problemi solo in parte in via di risoluzione, stante la recente accelerazione impressa all’iter realizzativo di una tangenziale a servizio di Gela e della sua area produttiva.
Critica appare anche la situazione della viabilità sulla rete stradale gestita dal Libero Consorzio Comunale – ente amministrativo subentrato all’ex Provincia Regionale, che ne ha ereditato le relative competenze in materia. A nord come a sud del comprensorio nisseno sono noti i disagi quotidiani da dover affrontare, ma particolarmente allarmante è la situazione nel cosiddetto Vallone, i cui Comuni rischiano lo spopolamento anche per l’oggettiva condizione di isolamento che li penalizza e li taglia fuori dalla mobilità locale e regionale. Un esempio per tutti è dato dalla Strada Provinciale 38 San Cataldo – Mussomeli la quale, dopo la frana del 2019, è percorribile con limitazioni solo grazie ad un ponte bailey provvisorio in legno e metallo. In tal senso va decisamente accolta con favore la notizia che l’amministrazione regionale abbia stanziato circa 2 milioni di euro per interventi sulla menzionata SP 38 e sulle Provinciali 23 Serradifalco – Montedoro – Mussomeli e 24 Bompensiere – Milena.
Tuttavia, per quanto apprezzabili, si tratta di interventi parziali che in alcun modo possono essere considerati come sufficienti: la situazione attuale richiede una massiccia dose di investimenti, a partire dalle risorse stanziate e liberate dal recente Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). In assenza di un programma di importanti interventi di riqualificazione delle arterie maggiormente “in sofferenza” e senza l’impegno serio a garantirne una manutenzione periodica successiva, è certo che l’isolamento che vivono questi Comuni non sarà eliminato malgrado gli ingenti stanziamenti teorici di cui, al momento, si potrebbe beneficiare. Questo ce lo ha già dimostrato il recente passato. Si tratta, insomma, di un’occasione unica che la politica locale e regionale deve saper sfruttare a dovere poiché è in gioco la sua stessa credibilità davanti alle comunità interessate.
Per fare ciò, riteniamo che occorra rivedere il sistema attuale, mediante riforme che dotino in modo strutturale gli attori istituzionali – i Liberi Consorzi Comunali ed i Comuni – di strumenti e risorse necessari per espletare correttamente le competenze in materia di infrastrutture stradali che la legge loro riserva. Inoltre pensiamo che occorra un’efficace programmazione del trasporto pubblico locale, anche attraverso la costituzione di apposite intese tra i Comuni. Su questi temi il Circolo “Guido Faletra” di Caltanissetta e l’intero Partito Democratico della provincia promuoveranno una campagna di ascolto e di mobilitazione, perché senza infrastrutture di buon livello il nostro territorio non ha futuro. E noi, viceversa, al nostro futuro non vogliamo rinunciare.
Per il Circolo PD “G. Faletra”
Luca Bellomo
Carlo Vagginelli