Pubblicato il: 23/12/2018 alle 17:25
Le notizie degli ultimi giorni fanno raggelare il sangue.
Caltanissetta sprofonda sempre più e ciò sembra inevitabile, quasi irreversibile.
Tra le questioni di maggiore attualità vi è quella relativa all’ente Provincia che, da qui a poche settimane, non potrà più garantire gli stipendi ai sui dipendenti ed i servizi essenziali quali la manutenzione delle strade e delle scuole superiori.
Altrettanto grave è il blocco dei lavori della società Cmc sull’ultimo tratto della Strada Statale 640 con tutto quello che ne sta conseguendo, intanto, in termini di isolamento di una Città che dovrebbe fare della centralità il suo punto di forza e, poi, anche in termini di licenziamento dei lavoratori, tra cui diversi nostri concittadini, e di mancato pagamento delle ditte fornitrici e subappaltatrici, alcune anche nissene.
Con le ultime vicende di cronaca sembra piovere sul bagnato di una situazione economica drammatica che vede tante, tantissime attività artigianali, commerciali, industriali sul lastrico, con tutto quello che ne può derivare sotto l’aspetto della tenuta sociale della Città.
Non a caso, è di questi giorni la notizia che a Caltanissetta, in controtendenza rispetto alle altre province siciliane, sono in vorticosa riduzione le esportazioni e la qualità della vita, secondo un recente studio del Sole 24 Ore, peggiora ulteriormente facendo sprofondare la Città al 100° posto su 107 province italiane, a dimostrazione della recessione profonda e disperata in cui è precipitata.
Nonostante tutto, in questo ultimo periodo nessuna reazione si è vista all’orizzonte, se non quella giusta delle organizzazioni sindacali che stanno facendo tutto quello che è nelle loro possibilità.
Per il resto, solo inconcludenti lettere a Ministri, al Presidente del Consiglio e, ora, anche al Presidente della Repubblica, finalizzate solo a dare la parvenza di un impegno, tuttavia illusorio ed inconcludente.
Manca solo la letterina a Babbo Natale, chissà che la soluzione ai problemi della Città il Sindaco la ritrovi sotto l’albero posizionato davanti al Comune.
Serve una scossa, un sussulto che faccia risvegliare dal torpore una Città oramai assuefatta a tutto.
A Parigi è bastato meno per giustificare la disobbedienza civile.
Qui, non gli scriventi, non un gruppo politico, non un partito, che potrebbero insinuare il dubbio di una speculazione politico-elettorale, ma la massima rappresentanza istituzionale cittadina, incarnata dal Sindaco, perché Caltanissetta sia agli onori della cronaca nazionale anche per motivi diversi dagli scandali di spionaggio, si faccia promotore di una manifestazione di massa, invitando rappresentanti politici, sindacali, di categoria, le professioni, tutti i cittadini, per dimostrare all’establishment romano e a quello palermitano che quella che molti scambiano per rassegnazione di una realtà del profondo Sud, è invece la resilienza di un Popolo orgoglioso della propria storia e che vuole darsi disperatamente una prospettiva, un futuro.
Il giorno dopo la manifestazione, il Sindaco abbia la capacità di far sedere attorno ad un tavolo la folta deputazione di cui dispone il territorio, con la quale sino ad oggi non ha voluto dialogato, per provare ad imboccare il sentiero della Politica, l’unico in grado di condurre alla soluzione dei problemi collettivi.