Pubblicato il: 27/10/2015 alle 16:06
“Razionalizzare, snellire, rendere incisiva l’azione amministrativa e gli interventi ed i servizi socio-assistenziali e socio-sanitari in favore delle fasce più deboli della popolazione (anziani, disabili, minori, immigrati,ecc). Le II.PP.A.B. – Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza – vanno riorganizzate in maniera efficace, non soltanto per dare esecuzione a degli obblighi di legge ma soprattutto per offrire servizi qualificati ai circa 3.000 utenti in atto assistiti e per tutelare il grande patrimonio di professionalità dei 750 dipendenti pubblici a tempo indeterminato e dei circa 1.300 dipendenti a tempo determinato e professionisti in convenzione che non ricevono lo stipendio da molti mesi, pur continuando a lavorare, a ciò si aggiunge anche la necessità di tutela e valorizzazione del patrimonio immobiliare”.
“Ho presentato – spiega Gianluca Miccichè – un ddl che prevede la trasformazione delle II.PP.A.B. o in Fondazioni di diritto privato (che darebbero la possibilità alle II.PP.A.B. di area cattolica di rendersi autonome) o in Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona, inserite nella programmazione regionale e dei distretti socio-sanitari, anche al fine dell’integrazione socio-sanitaria per soggetti non autosufficienti. Il ruolo svolto dalle II.PP.A.B.- continua Miccichè – molto significativo e qualificante sul piano sociale e dell’assistenza pubblica, non corrisponde più l’attuale legislazione ormai superata dal tempo e dalle nuove esigenze del settore. L’obiettivo è quello di incidere sui processi di estinzione e fusione delle II.PP.A.B. non funzionanti, rilanciando quelle virtuose che possono assicurare servizi adeguati, orientando le funzioni degli organi di governo e di gestione verso criteri di funzionalità, efficacia ed economicità, realizzando risparmi per la Pubblica Amministrazione. Il riordino – conclude Miccichè – va approvato con urgenza, sia nell’interesse degli utenti dei servizi sia per i dipendenti che devono continuare a svolgere le loro funzioni senza mortificare le loro giuste aspettative retributive”.